La famiglia, cellula fondamentale… in costante mutamento

10 dicembre 2012 | 14:14
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La famiglia, cellula fondamentale… in costante mutamento

Intervista del Faro on line a Maurizio Micheli, dopo gli spettacoli al Manfredi

Il Faro on line – Grande successo al Teatro Manfredi di Ostia dell’esilarante e didascalica pièce teatrale “Anche nelle migliori famiglie” di cui è autore ed attore protagonista Maurizio Micheli, opera che offre un’ ulteriore interessante chiave di lettura socio-psicologica per comprendere le trasformazioni etiche che investono l’uomo del secondo millennio. Chapeau al Teatro Manfredi ed al suo Direttore Artistico Felice Della Corte per aver individuato nei cambiamenti della nostra società ed in particolare nella famiglia, sua cellula fondamentale, il tema centrale che caratterizza i pregevolissimi lavori che stanno offrendo al loro affezionato pubblico con questo efficace e coraggioso cartellone. Complimentandoci con Maurizio Micheli per la riuscita performance, abbiamo riflettuto su alcuni spunti emersi dalla rappresentazione.

Con questa tua opera hai fornito una visione psicologica precisa ed amara della società attuale e della famiglia. Quanto è difficile oggi fare il genitore?
Penso che sia sempre stato difficile fare il genitore. Io ho raccontato due genitori con due storie di oggi che potrebbero anche non essere di oggi, ma che somigliano molto alla realtà che viviamo. Diciamo che è sempre più difficile, come al Circo Equestre, quando gli esercizi diventano sempre più rischiosi si dice: “sempre più difficile!”.

Il Teatro può contribuire “pedagogicamente” ad offrire un sistema di valori ai nostri giovani?
Ma questo potrebbe essere se il Teatro fosse, come era una volta, lo specchio della realtà e dell’epoca in cui si viveva. Non lo è perché le storie di oggi al Teatro non ci sono, sono rare, si raccontano poco, si va sempre sui classici, che a volte sono universali, molto importanti, anzi spesso dei veri capolavori. Ogni epoca ha il suo Teatro. Questa epoca il Teatro non può avercelo perché non le viene permesso quasi mai, tranne in pochi casi. Io, nel mio piccolo, provo ogni tanto. Non ti viene permesso perché il giro teatrale, che è quello che ci permette di vivere, non si fida e non crede nelle novità. Preferisce puntare sul sicuro, su testi già rodati e quindi è molto difficile raccontare storie di oggi.

Per quanto riguarda “cambiare” i giovani o, comunque, dar loro dei valori, non è compito del Teatro perché i numeri del Teatro sono molto pochi, le persone che vanno al Teatro, anche quando i teatri sono pieni, sono pochissime.È la Televisione che dovrebbe farlo, è la Televisione che entra nelle case delle persone. Lo stesso Cinema non fa milioni di spettatori, per cui se esiste un compito educativo nei confronti dei giovani, esso dovrebbe essere svolto principalmente dalla Scuola, quella pubblica in particolare e dalla Televisione che, entrando, facilmente in tutte le case, è il medium dell’oggi e del futuro.

A proposito di Cinema e Televisione, noi siamo memori ed estimatori dei films e degli spettacoli televisivi di Varietà di cui sei stato protagonista. Hai conosciuto tanti Mostri Sacri. A quale di questi sei rimasto più affezionato?
Io ho lavorato quasi con tutti i grandi del Cinema e della Televisione: da Sordi a Manfredi, a Tognazzi, registi della televisione come Antonello Falqui, Romolo Siena, Enzo Trapani, del Cinema come Steno, Nanni Loi, Ettore Scola, Dino Risi, Sergio Corbucci.Mi ricordo, però, con particolare affetto, la simpatia di Alberto Sordi con cui ho fatto una scena sola in un film 27 anni fa, ma mi è rimasta impressa.

La Televisione può, per quanto riguarda il Varietà ritornare agli splendori di una volta?
Questo è già più possibile perché le grandi Riviste, quando si affacciano con Fiorello, che è bravissimo, la gente le gradisce molto perché lo spettacolo di rivista, quindi il Varietà, fatto bene è rimasto nel cuore della gente.

I tuoi progetti futuri?
Sempre il Teatro. Questo testo, che mi sta dando molte soddisfazioni e che girerà un po’ per l’Italia e, poi, in Febbraio alla Sala Umberto di Roma, dopo il successo dello scorso anno, Tullio Solenghi ed io riproponiamo una commedia”L’apparenza inganna” tratta da un film francese del 2000, diretto da Francis Veber, con Daniel Auteuil, Gerard Depardieu e Thierry Lhermitte.
Pasquale Maria Sansone