“Il ventesimista”, di Franco Bianchi

20 dicembre 2012 | 03:33
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“Il ventesimista”, di Franco Bianchi

Ieri a Roma la presentazione del libro presso lo Spazio Europa. Pamela Villoresi ha letto alcuni brani, Michele Mirabella ha commentato il testo
+ LE IMMAGINI DELLA PRESENTAZIONE E LA TRAMA DELL’OPERA

Il Faro on line – Un libro di qualità, ospiti di qualità, musica di qualità. Il pomeriggio allo Spazio Europa di via IV Novembre è stato la piacevole occasione per presentare “Il ventesimista”, libro di Franco Bianchi; un thriller glocal, dove s’intrecciano personaggi di una Roma verace e ordinaria con “immigrati” indiani che aprono una libreria dove, tra le altre opere, spicca un’edizione pregiata dell’Odissea prodotta a Bombay.

La presentazione del libro è avvenuta ieri pomeriggio, impreziosita dalla lettura di alcune pagine fatta dall’attrice Pamela Villoresi, le note delle orchestre Ensemble Stultifera Navis (direttore Claudio Caponi) e dell’Orchestra Giovanile Ensemble Archi di Roma, nonché le dissertazioni linguistiche e musicali di Michele Mirabella, giornalista, autore televisivo (…e tanto altro ancora). Entrando nell’opera, Mirabella ha sottolineato il gusto di Franco Bianchi nel dipingere i propri personaggi  utilizzando ad arte l’onomastica. Ecco quindi che il macellaio non può che essere Gioviale La Tagliata e il barbiere dongiovanni Filarino Tagliacorto.

Bianchi utilizza i nomi per creare atmosfere leggere, le stesse che – come ha sottolineato il conduttore della giornata, Attilio Romita – consentono di arrivare oltre la centesima pagina senza ancora un vero colpo di scena eppure senza annoiarsi. Mirabella, col suo inconfondibile garbo e la sua ironia, ha descritto la pila di libri che in casa sua finiscono nel settore di quelli… “riposti”, non nel senso che abbiano creato un’empatia tale col lettore da dover essere custoditi gelosamente, ma così noiosi che risulta impossibile proseguire a leggerli, e dunque – poiché nessun libro si getta come spazzatura – restano lì a farsi vedere. Esattamente l’opposto del libro di Bianchi, che invece si legge tutto d’un fiato.

L’onomaturgo Bianchi – ha detto ancora Mirabella presentando l’opera – si diverte a creare nomi di personaggi richiamando alla mente un antico metodo di scrittura, ma lo fa con convinzione ed efficacia, così come con i nomi scelti per ambientare i luoghi, al punto da non stancare ed anzi da interessare chi legge in un percorso descrittivo che apre spazi alla fantasia. Ma resta pur sempre un “giallo”, con i suoi tempi e le sue regole. Un po’ personalizzate, a dire la verità. C’è un delitto, ma al contrario di quanto accade nei romanzi “classici”, non viene definito subito. Si percepisce che sta accadendo qualcosa, ma non si sa bene cosa, e questa chiave di curiosità rende agile la lettura per l’intero romanzo.

“Omerico” l’ha appellato sempre Mirabella, già interessante nella scelta del titolo: il ventesimista, neologismo per descrivere chi vede poco, mezzo cieco, un ventesimo di ciò che vede una persona con una vista normale. “Non sarebbe stata la stessa cosa – ha detto Mirabella scatenando l’ilarità della sala – se l’autore invece di inventare questo azzeccato termine avesse deciso di intitolare il romanzo “L’ipovedente”. Un thriller, dunque,  – edito da Robin Edizioni, direttore editoriale Claudio Maria Messina – ma anche un viaggio tra i vicoli romani, i suoi umori, i suoi personaggi, i suoi misteri.

Un libro tutto sommato da leggere piano… per chi ci riesce. Più che un testo coinvolgente potremmo definirlo un’opera seducente.
Angelo Perfetti