Perdita di gas dal sottosuolo, tragedia sfiorata sul Lungomare

23 dicembre 2012 | 12:00
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Perdita di gas dal sottosuolo, tragedia sfiorata sul Lungomare

Individuata la rottura di una condotta di cui nessuno conosceva l’esistenza. Sul posto vigili, carabinieri e municipale

Il Faro on line – Sfiorata la tragedia sul Lungomare degli Ardeatini all’altezza della più antica struttura ricettiva del territorio. Il gestore avvertendo un odore di gas metano proveniente dal sottosuolo il giorno dopo che una ditta aveva eseguito lavori per conto della Telecom, chiama la polizia municipale che subito avverte la squadra di pronto intervento della società concessionaria per la distribuzione del metano. Il tecnico incaricato pur sentendo il cattivo odore per ore cerca di capire da dove possa provenire l’esalazione di gas in quanto dalle mappe non risulterebbe alcuna condotta. Gli accertamento proseguono per tutto il pomeriggio intanto vengono fatti giungere sul posto i vigili del fuoco  i carabinieri della tenenza locale, la municipale e il sindaco Luca Di Fiori che preoccupato emette un’ordinanza di chiusura del tratto di strada restando sul posto fino a notte inoltrata. Lo stesso sindaco dopo che gli stessi vigili del fuoco si erano allontanati, chiede di scavare dove si sentiva maggiormente il cattivo odore e tra lo stupore delle squadre intervenute e del tecnico della società concessionaria viene alla luce la condotta del gas. 

Immediato il giro di telefonate tra le vecchie società concessionarie per capire chi avesse autorizzato tale tratto di condotta fino a quando non si è scoperto che quando fu realizzata la condotta fognaria la società pensò bene di collocarvi anche una per il gas come futura linea di utilizzazione, una linea che non poteva mai essere utilizzata visto che era depositata sul lato mare dove sono state demolite le abitazioni abusive. Terminati i lavori il sindaco ha chiesto un rapporto per capire come mai nessuno fosse a conoscenza della condotta la cui rottura a seguito dei lavori poteva causare danni irreparabili. 
Luigi Centore