L’ira funesta del pelide… consigliere

24 dicembre 2012 | 04:35
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L’ira funesta del pelide… consigliere

La questione del Pua ha evidenziato tutti i limiti di un approccio personalistico alle decisioni amministrative

Il Faro on line – Res publica è una locuzione latina, che significa letteralmente “questione pubblica” o “cosa pubblica”. Da questa locuzione deriva il termine italiano “repubblica”. Res è un sostantivo singolare nominativo e la parola publica è un aggettivo attributivo che significa “di pertinenza dello Stato o del pubblico”. Da qui una traduzione letterale: “la cosa pubblica”. Che è cosa ovviamente ben diversa dagli interessi privati, personali, familiari.

Non serve aver studiato sull’Arangio-Ruiz per saperlo e neanche avere a casa una copia del Devoto-Oli; basta un Wikipedia qualsiasi. Eppure questo concetto tanto elementare quanto sostanziale fatica a fare breccia nelle menti e nei cuori dei nostri amministratori locali. L’ultima riprova l’abbiamo avuta nell’ultimo consiglio comunale dove – tra le varie questioni che hanno provocato qualche fibrillazione, come quella del regolamento edilizio (che comunque non è immune da questo ragionamento) – ce n’è stata una che ha platealmente mostrato i limiti di un certo modo di pensare la cosa pubblica, appunto. Stiamo parlando dell’assegnazioni dei cosiddetti chioschi. “La sensazione – ha scritto proprio sul Faro on line la nostra Stefania Carlucci nella cronaca del Consiglio – è quella di una spaccatura all’interno della maggioranza, confermata anche da animate discussioni tra la stessa maggioranza. L’approvazione del Pua apre la strada ad altre sette concessioni demaniali sulle spiagge del territorio. Secondo l’opposizione si tratta di una svendita per fare cassa. Il sindaco Canapini ha ricordato che: Il procedimento è iniziato già un anno fa, e concertato con tutte le associazioni di categoria a livello locale”.

Stefania Carlucci è stata leggera nel definire “animate discussioni” quelle accadute nell’interruzione del consiglio comunale. Si è urlato “venduti”, si è minacciato “ve la faremo pagare”, si è arrivati allo scontro fisico (è partito qualche sganassone); e tutto perché in ballo c’era non solo il Piano di Utilizzo degli Arenili in sé, ma alcune concessioni che riguardavano direttamente alcuni consiglieri comunali. Beh, cari consiglieri: così non va.

Sono cosciente che il fatto che oggi io scriva queste cose – dunque a disposizione della città – che fino a ieri invece rimanevano chiuse nel Santuario di via Portuense possa dare fastidio, ma credetemi, lo faccio per voi. E per noi, cittadini. E’ importante che capiate che non è questa la strada della buona politica, che non è acchittando con parte della maggioranza (e in realtà è proprio il concetto di acchittare che non funziona in una democrazia compiuta) una decisione che si contribuisce allo sviluppo del territorio.

La furia sul tema-chioschi non è stata notata per i posti di lavoro che si stanno perdendo all’aeroporto, non si è vista quando l’edilizia è stata ingessata per gran parte dell’Isola Sacra, non si è manifestata quando i grandi costruttori non hanno fatto le opere urbanistiche previste nelle convenzioni, non si è evidenziata quando le grandi opere come Ponte della Scafa sono state fermate penalizzando tutti i cittadini. E’ impensabile dunque vedere tanto fervore per quattro chioschi (pardon, sette) sistemati sul lungomare. So che molti di voi hanno a cuore veramente le sorti di questa comunità e di questa città, so anche che in molti pensate a una ricandidatura. Credetemi: scivoloni del genere non aiutano né voi né la collettività di cui fate parte.

Angelo Perfetti
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I commenti

Ho letto i Suoi “appunti di viaggio.”
Spero che Lei non si sia meravigliato nel notare che spesso “cosa pubblica” coincide con “cosa nostra”. Purtroppo non è la prima e non sarà l’ultima volta e tutto cesserà solamente quando l’elettore avrà acquisito la consapevolezza che si viene eletti per “servire” e non per “servirsi”. Arriverà mai questo momento?                                                                       
Egidio Murolo

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