Pesca illegale, controlli e sanzioni della Capitaneria

8 gennaio 2013 | 00:55
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Pesca illegale, controlli e sanzioni della Capitaneria

Intercettato un peschereccio della flotta di Terracina

Il Faro on line – Durante una programmata attività di vigilanza pesca lungo il litorale laziale, coordinata dalla Direzione Marittima del Lazio, l’equipaggio della dipendente M/V CP 284, ha intercettato un peschereccio della flotta di Terracina intento in attività illecita di pesca a strascico sotto costa. Il fermo è avvenuto alle prime ore del mattino in prossimità di Capo Circeo, dove l’unità da pesca, sfruttando il buio, aveva calato le reti nel tratto di mare vietato alla pesca. Dopo il fermo, l’equipaggio della vedetta ha intimato all’unità di rientrare in porto dove, dopo aver effettuato tutti i controlli documentali previsti, ha contestato al comandante del peschereccio l’illecito amministrativo per pesca in zone e tempi vietati dalla normativa comunitaria e nazionale, elevando una sanzione amministrativa per un importo di 4.000 euro, e disponendo inoltre il sequestro degli attrezzi da pesca utilizzati.

Questa attività, rientra in una più ampia operazione della Direzione Marittima del Lazio, facente capo al Comandante Pietro Vella, intesa ad intensificare i controlli volti a reprimere l’attività illecita della pesca a strascico sotto costa. “Questo metodo di pesca, che consiste nel trainare attivamente una rete da pesca sul fondo del mare, – sèpiega – arreca significativi danni alle comunità biologiche marine, andando ad interferire sia sulla flora acquatica, che sul ciclo riproduttivo delle specie ittiche, che negli stadi giovanili, popolano questa fascia di mare per portare a termine il loro ciclo di riproduzione ed accrescimento. Tale attività causa quindi, non solo un depauperamento delle risorse ittiche per la successiva stagione di pesca, ma è fonte di notevole impatto sull’ambiente marino, in quanto le reti distruggono ed asportano qualsiasi cosa presente sul fondale, lasciando un ambiente devastato dove le comunità biotiche originarie si potranno reimpiantare solo dopo molto tempo”.