I graffiti che deturpano la Storia

13 gennaio 2013 | 18:09
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I graffiti che deturpano la Storia

Il Faro on line – Ci piace pensare che quando finì di scolpire la Pietà, probabilmente lo stesso Michelangelo rimase coinvolto emotivamente in modo totale, come forse mai gli era accaduto prima, guardando le sue opere una volta terminate; provò forse le stesse emozioni che ancora oggi, dopo quasi cinquecento anni, anche noi proviamo nell’ammirare quella statua stupenda, protetta da un cristallo corazzato da quando l’imbecille di turno, anni fa, la prese a martellate. Le emozioni che deve aver provato Michelangelo furono probabilmente così intense che volle darsi una sorta di garanzia che attestasse la propria paternità dell’opera ad imperitura memoria, “firmandola” incidendo il proprio nome sulla veste della Santa Vergine.

Che Michelangelo abbia deciso di apporre il proprio nome su una sua opera, rientra nella libertà di scelta che ogni artista ha nel realizzare una sua creazione, al punto che tale scelta finisce per diventare parte integrante dell’opera stessa. Quello che rimane difficile, anzi, del tutto impossibile capire, giustificare, tollerare, è perché certi str….ani soggetti, dotati di un grado particolarmente elevato di idiozia, mista ad una dose smisurata di inciviltà (cocktail assolutamente micidiale), si sentano in diritto di “emulare” il grande artista vissuto verso la fine del ‘400 e il ‘500, incidendo su reperti archeologici, opere di grandi artisti del passato, o anche semplicemente su mura, ecc., un’infinità di idiozie del tipo: “tizio ama sempronia”, “caio è stato qui” o tutto quello (di cui, ovviamente, non frega un emerito fico secco a nessuno) che la deturpata fantasia che quell’esigua quantità di molecole di materia grigia è in grado di suggerire. Già, perché il cervello di certa gente è così grande… che si potrebbe incartare in un coriandolo! Questo “vandalismo gratuito” non risparmia nulla e nessuno: dalle mura di semplici abitazioni, ai segnali stradali, alle pensiline delle fermate degli autobus e chi più ne ha più ne metta.

La cosa che però genera grande malessere e suscita veri e propri propositi criminali, è il vedere come questi miserabili comportamenti non risparmino neanche siti archeologici – un esempio per tutti è rappresentato dai reperti del Foro Romano – dove neanche la sorveglianza elettronica riesce ad evitare il fenomeno. Ogni tanto – ma sempre poche, pochissime volte – qualcuno di questi “campioni di inciviltà” viene colto sul fatto e, processato per direttissima, condannato a risarcire il danno e a prestare sevizio gratuito in compiti di utilità sociale nel tentativo (spesso vano!) di “rieducarlo” e di fargli capire la gravità del gesto (cosa di cui, secondo chi scrive, è a perfetta conoscenza e se ne frega alla grande); questa cosa però, avviene nel caso di episodi particolarmente gravi ed eclatanti.

Mentre la stragrande maggioranza dei danni, rimane senza un colpevole.Forse l’argomento che abbiamo scelto di trattare oggi ha ben poco a che vedere con il Codice della Strada, anche se molti segnali e opere stradali vengono deturpati da teste di c…reta della stessa razza, ma abbiamo pensato di spendere un po’ di tempo e qualche parola per focalizzare l’attenzione su un fenomeno di degrado, tanto ignorato (spesso non per inconsapevolezza, ma per superficialità) quanto troppo diffuso.
Paolo Boncompagni