Scelte politiche, territorio e… carta bianca

21 gennaio 2013 | 04:27
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Scelte politiche, territorio e… carta bianca

Creare una rete di protezione delle comunità con atti formali votati dai consigli comunali: uno scudo robusto, ancorché invisibile, contro i poteri forti

Il Faro on line – Mi viene in mente la mitica battuta di Totò nel celebre dialogo nel film “I due colonnelli”, tra il maggiore Kruger ed il colonnello Di Maggio: “Attento colonnello, io ho carta bianca” affermò solenne il tedesco; “E ci si pulisca il culo!” fu la pronta replica dell’italiano (guarda la scena del film). E pensavo a come siamo ridotti oggi, dove nella maggior parte dei casi troviamo poteri forti collegati con politici deboli che sono ben lungi dall’impersonare quel coraggio in difesa della gente, delle “donne, i bambini, i vecchi” dell’italico popolo. Per fortuna non ci sono più i mortai a “cantare” dalle colline, ma siamo proprio sicuri che siano scomparsi anche i prepotenti di turno? Quelli per i quali  “che conta la vita cento duecento persone?!”, quelli per cui il profitto può tranquillamente passare sopra il futuro dei nostri figli (e il nostro presente) come un carro armato?

Quella scena di Totò mi ha fatto riflettere su come una singola azione di un singolo uomo appollaiato su una singola collina di un piccolo comune potesse cambiare le sorti di quel territorio, se non proprio dell’intera guerra. Quel “no” ha salvato una comunità dalla distruzione. Ecco di cosa c’è bisogno: di qualcuno che avendo il potere di dire “no” lo faccia, in maniera forte, decisa, inequivocabile e irrevocabile. A costo della propria vita (politica, ovviamente).

L’Italia dei campanili, sempre in lotta gli uni contro gli altri, ha saputo storicamente mettere da parte le diatribe locali per unirsi nel momento del bisogno. Abbiamo decine di esempi ieri come oggi: da quelli drammatici dei terremoti, dove non c’è stato nemmeno bisogno di evocare la solidarietà in quanto già concretizzata, a quelli più banali ma ugualmente d’impatto come i Mondiali di Calcio, dove la partigineria tifosa riconosce negli avversari stranieri gli unici “nemici”.

Bene, oggi siamo nel momento del bisogno! Bisogno economico, perché abbiamo eroso anche il tesoretto delle famiglie, bisogno sociale, perché la collaborazione è diventata un’esigenza e non più un desiderio, bisogno politico, perché troppe domande negli anni sono state disattese. E visto che siamo nel momento del bisogno ci aspettiamo che, come Totò, chi ha potere abbia un sussulto d’orgoglio e inizi a difendere il territorio. Ognuno dalla propria collina, ognuno fermando il proprio mortaio, creando una rete di protezione dei territori.

La questione biogas in questo è emblematica: se ogni sindaco, di qualunque colore politico, facesse approvare il regolamento per le distanze minime dai siti pericolosi, si creerebbe una rete di divieti tale da imbrigliare qualunque colosso cercasse di invadere il territorio. Uso termini militari sia per restare nella scia del film di Totò, sia perché qua sono in gioco le vite dei nostri figli, e non solo in senso figurato.

Dunque, se tutti i sindaci dicessero (con atti formali) che non è possibile installare impianti pericolosi a meno di due chilometri da qualunque abitazione, nel quadrante Fiumicino, Cerveteri, Ladispoli diventerebbe praticamente impossibile piazzare altri veleni oltre quelli già presenti. Allora si potrebbe pensare a riqualificare la parte turistica, tra archeologia, mare e ristorazione. Non è un sogno, si può fare. E stavolta la carta bianca la usassero i nostri sindaci e i relativi consigli comunali, per votare e mettere per iscritto il volere del popolo.

Angelo Perfetti

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I commenti

Caro Direttore,
leggo sempre con attenzione (e ammirazione) i suoi Appunti di Viaggio, condivido il suo pensiero sui regolamenti che devono definire i limiti per evitare invasioni sul nostro territorio, ma volevo raccontare un fatto accaduto 10 anni fa, era il 2003, ricordate il giorno che ci fu il black-out in tutta Italia? Ecco, quella notte fu installata un’antenna di telefonia mobile sopra un albergo a ridosso del plesso scolastico di Via del Faro, Via Rodano e Via Danubio (all’Isola Sacra), dove c’è la scuola materna, la scuola elementare e la scuola media; mi informai se la cosa era possibile, andai dall’assessore competente e chiesi il regolamento comunale per l’installazione di antenne telefoniche, il quale recitava “Le antenne telefoniche nel comune di Fiumicino devono essere installate oltre 100 metri rispetto i plessi scolastici”, in questo caso si arrivava a 90 metri, quindi il regolamento era stato violato!!! Orbene, il comune mise il divieto di funzionamento dell’impianto ma la compagnia telefonica fece ricorso in tribunale e vinse, vinse perchè la legge nazionale non prevedeva questo tipo di limitazione.Ho raccontato questo fatto per sensibilizzare i miei concittadini : Difendiamo il nostro territorio perchè nessuno lo difende al posto nostro.
Antonello Porcu

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