Storace: “In Regione per aprire il forziere Europa e rimettere in moto l’economia dei territori”

21 gennaio 2013 | 01:23
Share0
Storace: “In Regione per aprire il forziere Europa e rimettere in moto l’economia dei territori”

Il candidato alla presidenza della Regione al convegno organizzato dalla Federazione dei Cristiano popolari. Mario Baccini: “Sotto il profilo ambientale l’alto Lazio e il litorale hanno già dato. Ora basta”

Il Faro on line – “Tutela e sviluppo del territorio”. Due concetti tanto semplici quanto inapplicati negli ultimi anni, con responsabilità un po’ a tutti i livelli. Ipotesi di discariche, di centrali a biogas da una parte, difficoltà di avere accesso al credito dall’altra. E un percorso di crescita turistico-culturale che non è realmente mai partita. Di tutto questo ieri matttina si è discusso in un convegno a Cerveteri fortemente voluto da Daniela Baccini,  Presente l’on. Mario Baccini, leader della Federazione dei Cristiano Popolari, e presente anche il segretario nazionale de La Destra e candidato alla presidenza della Regione Lazio, Francesco Storace. Oltre a loro rappresentanti del mondo civile, associazioni e alcuni candidati consiglieri regionali; di fatto è stata la prima vera uscita di Storace e di Baccini nel percorso (una “guerra lampo” è stata definita) verso le elezioni regionali di fine febbraio.

“Esiste un diritto naturale – ha detto Storace – che è quello di crescere e morire dove si è nati, sulla propria terra. Questo è un diritto che in questi anni ci è stato tolto, perché non si sono create le condizioni per far prosperare una terra ricca quale invece è quella a nord di Roma e verso il mare. Certo, per far crescere l’economia sefvono soldi, e la Regione non ne ha, tantomeno i Comuni, e lo Stato ne chiede sempre di più. E allora? Allora c’è il forziere Europa – ha detto Storace – che già ci ha premiato quando ero a capo della Regione finanziando tutti i progetti che presentammo, ricevendo i complimenti quale Regione all’avanguardia persino dall’allora Commissario europeo Romano Prodi. Questa è la strsda da seguire, questo è il percorso che voglio riprendere; quello che tra 27 Stati sovrani e 4000 regioni in tutta Europa vide il Lazio prima tra tutti, il che significò risorse per le imprese locali su progetti concreti, che a loro volta vollero dire occupazione. Doppiamo ripartire da qui”,

Su quali direttive il candidato alla Presidenza della Regione Lazio lo dice chiaramente: “Agricoltura, turismo, ambiente e cultura. E se la sollecitazione culturale è arrivata nel programma elettorale spinta da esigenze dell’area di Cerveteri (ricordiamo che la necropoli è patrimonio dell’Unesco) quella agricola è il frutto invece di sollecitazioni del territorio di Fiumicino. Il che già sta a significare quale attenzione Storace metta rispetto alle esigenze dei territori. D’altronde il concetto di “terra” è venuto fuori più volte nelle parole dell’ex Governatore: “Le fabbriche si aprono, si chiudono e si spostano – ha detto Storace – la terra no. Resta dov’è, resta nostra. Per questo dobbiamo proteggerla e investirci risorse”.

A seguire, l’intervento dell’on. Mario Baccini, che – proprio nel ribadire che l’appuntamento di Cerveteri segnasse in qualche modo l’apertura ufficiale della campagna elettorale èper le Regionali – ha spiegato come “per troppo tempo non si è parlato dei problemi del territorio, quelli che interessano alla gente. Spesso  – ha detto Baccini – in campagna elettorale si è parlato di tutto tranne di ciò di cui parlava la gente. L’appuntamento regionale può essere il punto di ripresa della dignità dei nostri territori, c he devono avere la possibilità di far sentire la propria voce, devono contare più di quanto non abbiamo fatti in altre esperienze. Ma dato che siamo abituati ai fatti e non alle semplici parole, diciamo chiaramente che i nostri territori, in tema ambientale, hanno già dato. Lo slogan di questo incontro – ha detto Baccini – è proprio questo: tra la discarica di Cupinoro, il biogas a Maccarese, l’aeroporto sopra le nostre teste, l’inquinamento marino che viene da Civitavecchia, quello relativo al Tevere, il nostro territorio è stato oggetto per anni, e lo è tutt’ora, di un dissennato attacco. Pensare di proseguire su questa strada non è possibile”.

Parlando di sviluppo, poi, Mario Baccini ha lanciato una proposta a Storace: “Un fondo di garanzia che tuteli quegli investitori che non hanno accesso alle banche, che permetta ai giovani di iniziare a fare impresa a costi sostenibili. Per poi restituire ciò che hanno preso, in modo da favorire altre iniziative. Niente soldi buttati, ma investiti nelle idee e nel lavoro di chi vuole fare impresa”. Soldi che, anche questi, potrebbero arrivare dall’Europa, rendendo “glocal” la politica regionale: globale in quanto inserita in un contesto europeo, locale perché riversa sui territori le risorse a disposizione.

A proposito di opportunità internazionali, Daniela Baccini ha  poi sottolineato come una maggiore interazione tra i Comuni dell’area, magari anche sotto forma di Consorzio, faciliterebbe l’accesso a quelle risorse europee per la valorizzazione turistico-culturale-ricettiva che porterebbe lavoro vero. No alle discariche e sì allo sfruttamento delle risorse idriche come centri benessere, no al biogas e sì al parco archeologico. Sfruttare il Piano di gestione Unesco significherebbe anche trovare le risorse per creare infrastrutture che colleghino le diverse risorse dei territori. La tutela dell’ambiente, la valorizzazione del patrimonio esistente sono settori interconnessi che spingono il turismo alla crescita; ed è quest’ultima a richiedere nuove infrastrutture. Ecco come si può nel contempo fermare le discariche, far arrivare soldi e rimettere in moto l’economia. Servono le volontà delle diverse amministrazioni locali, la lungimiranza di organizzare insieme il futuro, e una Regione sensibile alle opportunità europee. E su questo punto con Storace a via Cristoforo Colombo non abbiamo di che preoccuparci”.
Michele Intreccialagli