Consulta femminile del Lazio: cinque anni di lavoro per le pari opportunità

22 gennaio 2013 | 18:22
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Consulta femminile del Lazio: cinque anni di lavoro per le pari opportunità

Presentato ieri il report delle attività degli ultimi cinque anni

Il Faro on line – Un volume di oltre 150 pagine suddivise tra attività interistituzionali, bandi di concorso, pubblicazioni, normative regionali e le tante e diverse iniziative promosse dai gruppi di lavoro. E’ la “Relazione attività giugno 2007 – aprile 2012” presentata ieri presso la Sala Bologna del Senato della Repubblica, del lavoro svolto in questi ultimi cinque anni dalla Consulta Femminile Regionale per le Pari Opportunità. A illustrare la pubblicazione sono intervenute la Presidente della Consulta, Donatina Persichetti, affiancata dalle due vicepresidenti Federica De Pasquale e Patrizia Germini.

Nel ricordare le tante iniziative promosse nel corso degli anni dalle circa 300 donne che rientrano nelle 100 associazioni di cui si compone la Consulta – dalla firma del protocollo d’intesa tra la Conferenza delle Presidenti degli organismi di parità e il Ministero dell’Istruzione e della Ricerca per diffondere nelle scuole la cultura delle pari opportunità; al progetto “Una questione di Democrazia”, finalizzato a promuovere una maggiore eleggibilità delle donne nelle istituzioni, fino al sostegno accordato dalla Consulta all’appello “Donne e Media” grazie al quale ben tredici emendamenti a favore di un’immagine rispettosa della figura femminile e della dignità umana, culturale e professionale della donna sono stati approvati e introdotti nel contratto di servizio della Rai – la presidente Persichetti ha tenuto ad evidenziare, nel suo intervento di apertura, quanto ancora sia lungo il cammino per una piena affermazione di una democrazia realmente paritaria e quanto la crisi di questi ultimi anni, oltre ad acuire sotto molto aspetti il già esistente disagio femminile, stia rischiando oggi di compromettere anche alcuni importanti risultati già ottenuti, a cominciare dalla paventata abolizione degli organismi di parità.

“Sarebbe un’involuzione in civiltà – ha dichiarato Persichetti – ed evitarla deve essere l’impegno prioritario. Dobbiamo saper guardare e ascoltare la cittadinanza – ha proseguito – e il rinnovato e inedito protagonismo delle donne esige un cambiamento che deve essere non solo sociale ed economico, ma soprattutto culturale. Le donne sanno di doversi assumere le loro responsabilità per vincere in modernità e sono pronte a mettere a disposizione le proprie competenze per contribuire al progresso e allo sviluppo dell’intera comunità. Sono proprio il pluralismo e la capacità di fare rete che abbiamo costruito in questi anni – ha concluso la presidente – che rappresentano oggi un patrimonio formidabile dal quale partire per rilanciare le richieste di una nuova legge elettorale, un sistema integrato socio sanitario che sappia sostenere e non assistere, un piano strategico per il contrasto alla violenza sulle donne, il superamento della precarietà del lavoro, che maggiormente affligge i giovani e le donne”.

“La Consulta Femminile Regionale – ha sottolineato la vicepresidente De Pasquale – ha rappresentato in questi anni un punto di riferimento importante per le istituzioni ed ha saputo promuovere in ogni ambito della società il valore delle donne. Il nostro obiettivo comune è stato quello di farle diventare parte attiva delle scelte adottate dalla Regione Lazio tramite le numerose iniziative intraprese, a dimostrazione dell’importante ruolo che rivestono nelle regioni gli organismi di parità”. La determinazione dimostrata da tutte nel riuscire a comporre tante voci diverse al fine di consentire alle donne di trovare il giusto spazio all’interno dell’odierna società è stata infine richiamata dalla vicepresidente Germini che, nel suo intervento, ha evidenziato lo sforzo compiuto per riassumere cinque anni di lavoro in una pubblicazione divulgativa allo scopo, ha affermato, “di lasciare il solco e la testimonianza del nostro agire per il proseguimento di un lavoro che dovrà vedere nei prossimi anni rinvigorito l’impegno e l’attenzione verso gli organismi di parità regionale, condizione determinante per garantire la parità democratica”.