“Mi piaci perché sei così”, successo al Manfredi

30 gennaio 2013 | 03:54
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“Mi piaci perché sei così”, successo al Manfredi

Intervista a Gabriele Pignotta e Fabio Avaro

Il Faro Online – Il magnifico duo Pignotta-Avaro, sapientemente coadiuvato dalle brillanti e sagaci partners femminili Emanuela Guaiana e Cristina Odasso, fa il pienone al Manfredi di Ostia con “Mi piaci perché sei così”, una pièce (di cui è autore e regista Gabriele Pignotta) densa di significati socio-psico-antropologici, che focalizza con speciale acume i problemi della coppia tentando di farli risolvere, addirittura, dallo psicoterapeuta esperto in ipnosi. Ma lasciamo la parola ai protagonisti  di questo magnifico sodalizio artistico che celebrano quest’anno i primi dieci anni di ininterrotta collaborazione.

La coppia è “malata” e c’è bisogno di un terapista per risolvere i suoi problemi. Qual è, alla luce di queste difficoltà, il futuro  del rapporto a due?
Sicuramente – risponde Gabriele Pignotta – è un futuro che deve tener conto dei cambiamenti epocali della società e quindi non può più legarsi ai valori tradizionali. La coppia del futuro quindi sarà quella che si adatterà meglio alle trasformazioni in atto. E’ quella che chiamo la coppia 2.0; bisogna, quindi, fare un aggiornamento del sotware ed anche del modo di concepire la coppia.

Che cos’è l’amore?
Bella domanda! E’ un’emozione, la più forte delle emozioni che poi diventa legame e l’asse principale su cui poggia l’esistenza delle persone. E com’è che poi ci si stufa? Ci si stufa quando si perde di vista il motivo che ci faceva unire; quindi, anche in questa commedia, ho tenuto a precisare che non bisognerebbe mai mollare. Ed il rapporto diventa noioso per la pigrizia di non saper recuperare quella vivezza di emozioni che avevano caratterizzato il feeling. Le componenti sono davvero tante  ed alla fine la coppia naufraga. Se ci fosse un dialogo continuo e costante le cose potrebbero nettamente cambiare.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Intanto questa attività teatrale che mi impegna tutto l’anno con 5 commedie che girano in tutti i teatri della penisola. La stagione terminerà con il coronamento di un vecchio sogno al Teatro Sistina il 23 maggio prossimo. Inoltre stiamo lavorando alla traduzione in un  film  della pièce “Ti sposo, ma non troppo”, una meta che sembra molto più vicina.

Quanto il teatro può essere un valido riferimento assiologico per le nuove generazioni?
Quando smette di essere autoreferenziale e distaccato dalla società tanto se le persone che lo fanno smettono di porsi in una maniera poco empatica nei confronti del pubblico e continuano a fare rappresentazioni  di proprie concettualizzazioni e visioni della vita che diventano  parziali. Sarebbe molto più efficace se l’attore pensasse allo spettatore come ad un fruitore che viene a teatro proprio per cercare di identificarsi in quello che vede. Quello che provo a fare io, infatti, è proporre storie semplici e di vita normali nelle quali ognuno si può ritrovare perché ritengo inutile e dannoso, invece, proporre i soliti temi classici del teatro che risultano distanti dalla vita reale. 

Quali sono i tuoi riferimenti?
I miei riferimenti non sono meramente teatrali, infatti, io amo la commedia anglosassone anche cinematografica e le sitcom di produzione televisiva, tipo i Jefferson, i Cosby, Willy & Grace e Friends. Coniugando questa mia passione con la commedia italiana sono riuscito a realizzare un prodotto che spero riesca sempre più a convincere il pubblico.

A Fabio Avaro invece chiediamo: la partecipazione al film Colpi di fulmine ha esaltato le tue qualità artistiche e teatrali già messe in evidenza nella pièce a firma del tuo amico e collega Gabriele Pignotta Mi piaci perche sei così. Quale esperienza hai tratto dalla tua partecipazione al film di Neri Parenti?
Per me è stato davvero un impegno importante che mi ha proiettato finalmente in maniera efficace ed esaustiva nel mondo del cinema. Questo lavoro di Neri Parenti mi è molto piaciuto perché si discosta dal cliché dei soliti cinepanettoni offrendo la possibilità agli interpreti, e nella fattispecie me e Gabriele, di esprimere compiutamente tutta la propria arte. A dire il vero quando mi proposero di far parte di un cast per un film di Natale ebbi delle grosse perplessità che, però, si dileguarono completamente quando mi ritrovai di fronte ad una “signora” sceneggiatura e a degli interpreti di grandissima qualità. 

In Mi piaci perché sei così interpreti il ruolo di un marito appagato ma in realtà annoiato dalla routine della vita di coppia. Ma la coppia davvero ha bisogno dell’analista per risolvere i propri problemi?
Io non so come i nostri nonni ed i nostri genitori riuscissero a tenere in piedi dei rapporti d’amore così lunghi e, quindi, così resistenti. Oggi forse i problemi della coppia derivano anche dal fatto che l’uomo tecnologico e telematico è abituato a ritmi che stancano, ma il rapporto a due per durare ha bisogno  di cure come una piantina che va annaffiata con assiduità e soprattutto con amore. E’ vero che l’essere umano nasce solo e muore solo però nello svolgersi della sua esistenza ha assoluta necessità di relazionarsi con gli altri e soprattutto nel formare una coppia, cioè individuare in un altro/altra il/la compagno/a del proprio cammino. Io al momento ho paura di aver capito molto bene la teoria, ma la pratica applicata è un’altra cosa….e lì sto in seria difficoltà, lo ammetto. 

Il tuo personaggio è particolarmente interessante perché oltre ad esprimere il suo pensiero “formale” esprime anche il suo pensiero “reale”. Preciso, nella scena del letto tu e colei che interpreta la parte di tua moglie oltre a dirvi delle frasi formali e, quindi, positive esprimete per “magia” anche quello che realmente pensate…
Si questa è stata davvero una soluzione geniale a cui Gabriele, autore, regista e sceneggiatore, ha pensato  offrendo al pubblico oltre che di una serie di battute simpaticissime anche l’opportunità di entrare magicamente nei pensieri segreti della coppia. A volte, però, quando si ritorna a casa dopo un’intensa giornata di lavoro non si ha voglia di dire al proprio partner quello che davvero non ci piace di lui/lei e quindi ci si acciavatta sulle solite frasi di convenienza che nascondono però tante perplessità e tanti dubbi. A dire il vero siamo più spesso noi uomini ad evitare il confronto perché ci spaventa e perché sentiamo stanchi; invece, le donne sarebbero più disposte ad affrontare i problemi della coppia che sicuramente vanno presi in considerazione per risolverli.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Portiamo in giro per l’Italia la trilogia di Gabriele Pignotta costituita da Mi piaci perché sei così, Una notte bianca e Ti sposo ma non troppo e coroniamo il nostro sogno, dopo Parma e Milano, di lavorare al Sistina con Scusa sono in riunione, ti posso richiamare?. L’anno prossimo festeggeremo con Gabriele i primi 10 anni di collaborazione e i 20 anni di attività teatrale. Dovremmo girare in estate il film tratto da Ti sposo ma non troppo, ma ho in mente, a prescindere dal matrimonio teatrale con Gabriele di realizzare un mio show personale sulla scia della mia vecchia esperienza con Siamo tutti comuni cattivi con ospiti in sala (attori, politici, musicisti…) che interagiscono con me e con la mia band.
Pasquale Maria Sansone