Rifiuti, il Tar del Lazio sospende il decreto Clini

8 febbraio 2013 | 18:52
Share0
Rifiuti, il Tar del Lazio sospende il decreto Clini

Iannarilli: “L’immondizia di Roma non arriva nella nostra provincia e non posso che esserne più che soddisfatto”

Il Faro on line – Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto del ministro dell’Ambiente Corrado Clini che imponeva il trasferimento di una parte della spazzatura della Capitale in alcuni impianti delle altre province del Lazio. Il Tar ha fissato al 6 giugno 2013 la decisione sul merito dei ricorsi. Si tratta di una decisione incomprensibile, ha tuonato il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini. “Non posso credere – si legge in una nota – che il Tar abbia consapevolmente deliberato di proseguire in una pratica sanzionata da una procedura di infrazione comunitaria e contraria alla legge. Ricorrerò immediatamente al Consiglio di Stato”, aggiunge il ministro. Quattro i siti di stoccaggio individuati dal commissario straordinario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, per il trattamento dell’indifferenziata di Roma, Fiumicino, Ciampino e Citta del Vaticano: Albano laziale (Roma), Viterbo, Colfelice e Castelforte (Latina). E a presentare ricorso sono stati congiuntamente il Comune di Albano, la Provincia di Frosinone e la società che gestisce l’impianto di trattamento meccanico e biologico (Tmb) di Colfelice, la Saf. Per evitare il conferimento di rifiuti non trattati, si legge nella nota, il ministero dell’Ambiente ha promosso due azioni principali: l’incremento della raccolta differenziata e del recupero dei rifiuti urbani, al fine di raggiungere entro due anni gli obiettivi stabiliti dalla legge (65%) con la sottoscrizione del ‘Patto per Roma’ e la piena utilizzazione degli impianti nella Regione Lazio per il trattamento meccanico biologico (Tmb) e per il recupero energetico dei rifiuti”.

Con un rapporto del 1 febbraio 2013, sottolinea Clini, “i Noe hanno comunicato che nel 2012, la capacità dei Tmb di Roma è pari a 935.000 tonnellate/anno. Considerando il volume totale dei rifiuti della capitale (depurato del 30% di raccolta differenziata), la quantità di rifiuti da trattare risulta pari ad almeno 1.400.000 tonnellate/anno, ovvero oltre 450 mila tonnellate in eccesso rispetto alla capacità dei Tmb della provincia di Roma”. Secondo il ministro “il pieno impiego della capacità residua di tutti gli impianti Tmb della Regione, a partire da quello di Colfelice, che da solo potrebbe coprire oltre il 35% del fabbisogno, con una capacità residua di 169.986,760 tonnellate annue, è essenziale per far fronte all’emergenza. E la combinazione della raccolta differenziata con il trattamento nei Tmb dei rifiuti indifferenziati, consentirà sia l’eliminazione di rifiuti non trattati sia la drastica progressiva riduzione della quantità dei rifiuti da conferire in discarica, con il contestuale avvio della definitiva chiusura di Malagrotta.

Preoccupato il sindaco di Roma Gianni Alemanno: “Non capisco su quali basi il Tar del Lazio abbia preso questa decisione. Mi auguro che l’Avvocatura dello Stato faccia subito ricorso”. “Il Ministro Clini – aggiunge Alemanno – ha gia’ spiegato le ragioni tecniche che hanno motivato l’emanazione del decreto; per parte nostra, la Giunta ha recentemente deliberato che i rifiuti di Roma, Ciampino e Citta’ del Vaticano, dopo il trattamento negli impianti laziali, siano smaltiti nel comprensorio di Roma Capitale e non nei territori dove sono collocati tali impianti”. “Gli sforzi per aumentare la raccolta differenziata – prosegue il sindaco di Roma – che l’Amministrazione ha messo in campo per raggiungere l’obiettivo di legge e l’impegno dei cittadini per differenziare i rifiuti, rischiano di essere vanificati dalla decisione del Tar che non tiene evidentemente conto della complessita’ della situazione e della mancanza di alternative alle soluzioni individuate dal Patto per Roma e dal successivo decreto ministeriale”.

Soddisfatto anche il sindaco di Albano Nicola Marini. “Il nostro ricorso di sospensiva è stato accolto. Le nostre ragioni, la forte volontà dell’amministrazione di opporsi a decisioni calate dall’alto, il sostegno dei cittadini e delle associazioni del territorio, hanno avuto la meglio sulle logiche emergenziali e sulla politica di prevaricazione portata avanti dagli organi di governo solo per risolvere i problemi della Città di Roma”. “Ringrazio i nostri legali per l’eccellente lavoro svolto, lavoro al quale si sono uniti anche i loro colleghi della Provincia di Frosinone e della Saf”, conclude.

“L’immondizia di Roma non arriva nella nostra provincia e non posso che esserne più che soddisfatto. Il ricorso presentato dalla Provincia di Frosinone – afferma Antonello Iannarilli, candidato al Consiglio Regionale del Lazio – e l’ottimo lavoro iniziato da me e continuato dal vice Presidente Patrizi, presente sia ieri, sia oggi in udienza presso il Tar del Lazio; la linea della legalità e dello studio certosino delle carte che alla Provincia di Frosinone abbiamo sempre adottato, hanno ancora una volta premiato. Quando le ragioni si invocano con i mezzi giusti e il rispetto istituzionale i risultati si ottengono e noi, oggi, abbiamo ottenuto una notevole vittoria con la sospensiva del Decreto Clini decisa dal Tribunale Amministrativo. Ho sostenuto dal primo momento che le autorizzazioni di Colfelice sono una cosa, la sua effettiva capacità un’altra ma ora è da sottolineare come questa battaglia sia solo all’inizio, infatti è stato evidenziato che Roma può sistemare i suoi impianti e lavorare i suoi rifiuti. Ci lasciassero, dunque, in pace una volta per tutte. Voglio ringraziare personalmente tutti coloro che ci hanno sostenuto questa confronto serrato in difesa del nostro territorio”.
Marco Staffiero