Segnaletica stradale, spesso confonde più che chiarire

14 febbraio 2013 | 21:53
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Segnaletica stradale, spesso confonde più che chiarire

Il Faro on line – Negli argomenti che abbiamo trattato finora, abbiamo messo in evidenza molti comportamenti tenuti dagli utenti della strada – automobilisti soprattutto, ma anche pedoni – e come questi comportamenti (ovviamente parliamo di quelli in contrasto con le norme del Codice della Strada), finiscano per dare origine ad una sorta di “consuetudine” pur restando privi di liceità. Probabilmente, chi più chi meno, ci siamo sentiti un po’ tutti protagonisti, magari involontariamente, di situazioni che ci hanno visto trasgredire. Oggi abbiamo pensato di pendere due parole su un aspetto che talvolta può contribuire a causare almeno alcuni di questi comportamenti: la segnaletica!

Il Codice della Strada stabilisce, sostanzialmente, due tipi di norme: quelle generiche e quelle specifiche. Le norme generiche sono quelle che stabiliscono o vietano certe condotte; esempio: l’obbligo di mantenere la destra durante la circolazione su strada; il divieto di parcheggiare su area di intersezione; l’obbligo di dare precedenza ai veicoli provenienti da destra, ecc.; tutte cose che, dato il loro carattere di “genericità”, non hanno bisogno di essere comunicate di volta in volta. Le norme specifiche, invece, sono quelle che impongono condotte diverse da quella che sarebbe la genericità, a seguito di particolari esigenze di un determinato tratto di strada. Perché il conducente di un qualsiasi veicolo sia in grado di sapere come deve comportarsi, esiste la segnaletica stradale e…. qui casca l’asino! Già, perché la segnaletica, per essere rispettata, deve essere efficiente, quindi: chiara, comprensibile e, soprattutto, visibile!!!

Secondo “Giustizia”, un conducente che non rispetti un obbligo o un divieto imposto dalla segnaletica, deve essere sanzionato, ma è giusto, secondo “giustezza” sanzionarlo se la norma trasgredita è rappresentata da un segnale occultato, per esempio, dalle fronde di un albero o da un segnale orizzontale – quelli disegnati a terra – fatiscente e quasi completamente cancellato dagli agenti atmosferici?Se la vegetazione che occulta il segnale stradale, provenisse da una pianta sita all’interno di una proprietà privata, il proprietario verrebbe, giustamente, invitato a provvedere quanto prima per non incorrere in sanzioni gravi, quand’anche non chiamato a rispondere dei danni se l’occultamento di cui sopra fosse una concausa di incidente, ma quando la pianta si trova su suolo pubblico? E certamente la fatiscenza dei segnali orizzontali è sempre e solo dovuta a mancanza di manutenzione (…e mai per colpa di privati!).

Certo, la legge – secondo Giustizia – mette a disposizione di colui che da ciò subisca un danno, gli strumenti per ottenere soddisfazione, ma inutile dire che i tempi della Giustizia sono in perenne contrasto con i principi di quella giustezza cui questa rubrica fa riferimento.Un altro aspetto, fortunatamente più raro, che rende la segnaletica non sempre rispondente ai canoni di chiarezza, è talvolta la mancanza di coerenza tra disposizioni.

Nel comune di Fiumicino, zona Isola Sacra, esiste una strada interna piuttosto lunga, denominata Via Portunno; all’intersezione di questa strada con un’altra denominata Via Giovanni Magro, formante il cosiddetto “angolo cieco” stante l’esistenza di un muro di cinta ad angolo retto e l’assenza di marciapiede, vi era, disegnata in terra, una striscia di triangoli bianchi, ovvero quella che significa: ”Rallentare e all’occorrenza fermarsi e dare precedenza a destra e sinistra” (segnale verticale corrispondente: triangolo a fondo bianco e col vertice in basso); in aria, “regolarmente” occultato dalla vegetazione, il segnale verticale di “Stop”…!

E’ vero che il Codice della strada stabilisce la supremazia della segnaletica verticale su quella orizzontale, ma purché siano visibili entrambe! Per non parlare dei “geni di rara virtù” che posizionano cartelli stradali che, visibili dagli automobilisti della strada di fronte, nascondono il semaforo a quelli che vengono dalla loro parte, ma questa è un’altra storia…
Paolo Boncompagni