Integrazione, “L’importanza degli educatori”

16 febbraio 2013 | 01:00
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Integrazione, “L’importanza degli educatori”

L’esperienza di un maestra della scuola primaria

Il Faro on line – Oltre all’intervento dei volontari è quotidiano il lavoro dei Docenti della Repubblica. “La questione legata alla presenza di un sempre crescente numero di famiglie Rom sul nostro territorio è all’ordine del giorno e molto spesso sotto i riflettori dei media, soprattutto locali. Molto spesso – dicono dall’associazione La Ciurma – le immagini parlano di baracche, condizioni difficili di vita, situazioni igieniche proibitive e, lì dove non vi sia un rimando agli interventi delle forze armate, agli sgomberi forzati, ai pericoli di vario genere, ecco che comunque si pone l’attenzione sull’intervento assistenziale ed emergenziale di questa o quell’associazione o a ipotesi che parlano di trovare per queste famiglie di cultura Rom abitazioni e stili di vita come i nostri. Tuttavia – sottolineano –  occorre evidenziare e mettere in risalto il lavoro quotidiano e altamente professionale che compiono da un lato i Docenti della Repubblica , dall’altro gli Educatori e gli Operatori Sociali del Municipio. Innanzitutto occorre dire che bisogna dare solidità e continuità a questi lavoratori e alle loro azioni integrate: in questo modo si risolverà seriamente il problema dell’integrazione. Le immagini che si proiettano spesso non rendono affatto giustizia della reale importanza del quotidiano operare delle categorie socio pedagogiche. Se le risorse utilizzate per sgomberi e interventi occasionali o eventi periodici – affermano – venissero organizzate in un modus operandi altamente professionale e politicamente gestito con alta competenza, allora si risparmierebbero moltissimi soldi pubblici. Certo, questo significherebbe optare per l’intevento di docenti, operatori sociali, categorie non molto in auge (evidentemente le si vuole così…) e nello stesso tempo diminuire le prassi che vedono interventi emergenziali, volontaristici, armati o clinici medicali: insomma un cambio di filosofia sociale, un cambio di visione della realtà. Si è disposti a che questa società si evolva o no? Questa la reale domanda. Professionisti come Educatori, Mediatori, Operatori Socio Pedagogici devono iniziare a essere inseriti nelle piattaforme pubbliche: meno assisitenti, imprenditori del sociale, e più persone che fanno il lavoro serio di contatto, di relazione , fuori dagli uffici, tra la gente, tra gli ultimi, con alta competenza e cuore. Cresciamo. Abbiamo liste e liste di educatori statali ed in genere di educatori professionali a spasso, eppure nelle Scuole d’Infanzia del territorio non ci sono docenti!”

“Tornando al discorso dei Rom, si riporta una delle tante testimonianze che pervengono alla nostra Redazione Diario di Bordo. E’ l’esperienza di una Maestra della Repubblica Italiana. Le immagini non rendono giustizia: ci penseremo noi con questo racconto”.

“Quest’anno è venuto a far parte della nostra classe, la XXX della Scuola Primaria di Primo grado in Ostia Lido” XXX un bambino di etnia Rom di nome Leo. La prima giornata scolastica di questo nostro alunno è stata caratterizzata da tanta tristezza: non aveva mai, fino a quel momento, frequentato nessuna Scuola in Romania, da cui proviene, e manifestava col pianto il suo disagio. Si è rasserenato un po’ quando l’insegnante lo ha invitato ad affacciarsi alla finestra per guardare gli alberi, i prati e lo spazio esterno che circonda l’edificio scolastico ,pensando che in ciò “ritrovasse ” un po’ di libertà. Questa semplice strategia ha funzionato lì per lì e anche nei giorni successivi, per una settimana circa. Leo è stato accolto dal gruppo classe con molta gioia e affetto. La sua simpatia, il suo saper cogliere il positivo in ciò che vive e che osserva arricchisce gli alunni che, in pochissimi giorni, sono divenuti suoi amici e condividono con lui ogni esperienza anche se Leonard pronuncia pochissime parole in lingua italiana e scrive per ora soltanto il suo nome. Per il momento noi insegnanti desideriamo soltanto che il suo inserimento diventi pieno e continui sereno. Non pensiamo a obiettivi didattici definiti. La sua tranquillità ci interessa più di ogni altra cosa. Ci basta che venga volentieri a scuola e,sembrandoci un bambino molto intuitivo e intelligente,tutto il resto sarà costruito gradatamente. Leon, che per ora insegna ai suoi compagni a pescare, a fare i nodi con la corda, a costruire canne da pesca con i lacci delle scarpe (cose pratiche che fan parte del suo vissuto), comprenderà in futuro certamente, dai suoi compagni con la guida delle insegnanti, il gusto della lettura, della scrittura…del sapere e del crescere tra amici. Noi con lui siamo felici. Il tempo e l’ entusiasmo ci faranno da maestri”. Questo il racconto di M.P., Maestra di Scuola Primaria nel XIII°Municipio di Roma.

Altre esperienze vi proporremo affinché si possa conoscere più appronditamente le questioni legate a queste persone di Cultura Rom in modo tale da condire gli scoop giornalistici anche con “storie vicine” a noi. Ricordiamo che anche questa insegnante fa parte del Gruppo Missione Apei Roma XIII° (Pedagogisti ed Educatori Locale) a cui potete far parte anche voi, attraverso uno specifico tesseramento, se vogliate entrare in rete con noi. Chiamate la dott.ssa Sfondrini Paola, Educatrice Professionale, al 338.4455627.