“Gli ospedali classificati religiosi dovranno essere equiparati a quelli pubblici”

17 febbraio 2013 | 14:53
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“Gli ospedali classificati religiosi dovranno essere equiparati a quelli pubblici”

Dauri (La Destra): “Gli ospedali classificati religiosi parteciperebbero a pieno titolo all’interno del piano di riorganizzazione della sanità”

Il Faro on line – “La prossima amministrazione regionale dovrà necessariamente tenere conto dell’ospedalità complessiva presente nella nostra regione e, soprattutto nella Capitale, considerare in modo preminente gli ospedali classificati religiosi che in tutto e per tutto dovranno essere equiparati a quelli pubblici. Queste ospedalità dovranno costituire un sistema omogeneo con uguali diritti e doveri”. Lo sostiene Pierfrancesco Dauri candidato al Consiglio regionale del Lazio nelle liste de La Destra in risposta alle istanze dell’ Anmirs (Associazione nazionale medici istituti religiosi ospedalieri) presentate all’incontro con il candidato alla presidenza del Lazio Francesco Storace presso Villa Giuochi Delfici.

“Gli ospedali classificati dovranno entrare a far parte a pieno titolo nel nuovo piano sanitario regionale e fornire paritari servizi diassistenza e di cura anche considerando il personale che vi prestaservizio. Significa ottenere – precisa Dauri –l’equiparazione anche per i medici con il risultato della reversibilità contrattuale per aree omogenee dei sanitari in esubero e la successiva  copertura da parte dei nuovi arrivati delle carenze di organico. Entrando nello specifico questo significa che nella capitale l’intervento riguarderebbe l’ospedale San Giovanni Calibita Isola Tiberina, l’Idi e San Carlo di Nancy, San Pietro, Cristo Re, il San Giovanni Battista, il Vannini ma anche il Regina Apostolorum di Albano laziale e Villa Paola a Viterbo”.

“Un percorso di tale entità implicherebbe che gli ospedali classificati religiosi parteciperebbero a pieno titolo all’interno del piano di riorganizzazione della sanità su emergenza, primo soccorso, fragilità e realtà ambulatoriali distribuite sul territorio. In definitiva – conclude Dauri, anticipando un’ulteriore proposta – dovrebbero essere inseriti nel progetto di differenziazione delle ASL territoriali da quelle ospedaliere: le prime avranno  funzione di controllo, le seconde con il ruolo di effettrici delle prestazioni verificate dalle prime”.