Giornata di tensione al Cie di Ponte Galeria

18 febbraio 2013 | 18:57
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Giornata di tensione al Cie di Ponte Galeria

Marroni: “Nel Cie di Ponte Galeria qualsiasi episodio di vita quotidiana può essere il detonatore di proteste e di violenze”

Il Faro on line – Mattinata di fuoco al Centro di Identificazione ed Espulsione di Ponte Galeria. Ad originare la violenza il rifiuto, da parte di un ospite nigeriano del centro, di essere rimpatriato per effetto di un decreto di espulsione. La sua resistenza alle forze dell’ordine ha causato la reazione delle stesse e gli altri ospiti nigeriani  che hanno assistito a questa scena, hanno protestato e messo a ferro e fuoco il settore maschile, causando ingenti danni,tanto che sono intervenuti i vigili del fuoco. La rappresentanza nigeriana è attualmente la più folta, circa il 40% della popolazione maschile ospite(43 su 132ospiti) Per tutta la durata degli incidenti, progressivamente sedatisi nel corso della mattinata, gli ospiti non nigeriani,sono  rimasti alquanto indifferenti all’accaduto. Proprio questa mattina era prevista la presenza di una delegazione di giornalisti di diverse testate nazionali. Il giovane nigeriano,Victor, di 29 anni alla fine non è stato rimpatriato e otto dei suoi connazionali son o in stato di fermo giudiziario.

“La crisi che sta vivendo il Paese e la campagna elettorale – ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni – hanno fatto sparire dall’agenda della politica il problema dell’immigrazione. Non solo a Ponte Galeria, ma in molte altre strutture in tutta Italia, centinaia di persone  vivono quotidianamente  una situazione da tortura psicologica. In questo contesto, le fughe dai Cie, le proteste anche violente e gli atti di disperazione personale sono all’ordine del giorno. A Ponte Galeria in particolare, che è la struttura di cui ci occupiamo in prima persona, il clima è tale che qualsiasi episodio di vita quotidiana può essere il detonatore di proteste e di violenze”.

“L’ennesimo scoppio di violenza all’interno del Cie di Ponte Galeria – ha dichiarato Chiara Colosimo, candidata alle elezioni regionali del Lazio con ‘Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionale’ – dimostra ancora una volta quanto sia presente all’interno della regione Lazio e del territorio nazionale l’emergenza immigrazione. Nessuna nazione può ospitare più persone di quante ne possa accogliere e non c’è niente di ‘umanitario’ nell’aprire indiscriminatamente le frontiere per poi destinare a una vita di marginalità e povertà chi entra in Italia. Governare i flussi, controllare le frontiere, imporre il rispetto della legalità, rafforzare gli accordi bilaterali con gli Stati di provenienza degli stranieri, combattere la diffusione del lavoro nero, incentivare l’apprendimento della lingua, della cultura e della Costituzione italiana sono solo alcuni esempi da seguire per poter garantire accoglienza, integrazione, solidarietà a chi viene in Italia a costruirsi legittimamente una nuova vita. Di pari passo al contrasto intransigente verso la clandestinità – ha concluso Colosimo – deve avanzare la piena integrazione dei nuovi cittadini. Perché l’Italia sia la terra di chi la ama, la conosce, ne rispetta la Costituzione e le tradizioni culturali e religiose”. 

Sulla vicenda di oggi sono intervenuti anche il consigliere regionale di Rifondazione Comunista, Ivano Peduzzi, candidato del Prc nella lista di Rivoluzione Civile Lazio e il responsabile nazionale di Rifondazione, Stefano Galieni: “I centri di identificazione ed espulsione vanno chiusi. Lo diciamo da anni, lo diciamo ogni volta che ne visitiamo uno. Siamo stati più e più volte nel Cie di Ponte Galeria, l’ultima delle quali il 4 febbraio scorso, insieme a una delegazione di Lasciateci entrare. In quell’occasione abbiamo riaffermato le condizioni di vita inaccettabile all’interno del Centro, dove uomini e donne vengono privati di libertà, diritti, affetti e dignità personale, senza aver commesso alcun reato”.

“La rivolta di oggi, così come gli episodi di autolesionismo e i tentativi di suicidio – hanno concluso – confermano l’urgenza della chiusura immediata di tutti i Cie. Da quando esiste la detenzione amministrativa ha dimostrato di essere inutile, fallimentare e costosa. L’ingresso in Parlamento di Rivoluzione civile significa anche tornare a parlare di questo, di quanto i Centri di identificazione ed espulsione siano veri e propri lager da eliminare. Un lavoro che porteremo avanti congiuntamente anche a livello regionale, nel Lazio, come abbia già fatto nelle legislature precedenti, continuando quel lavoro di monitoraggio e ispezione per fornire ogni volta gli elementi utili a dimostrare la necessità di chiudere quell’inferno che è il Cie di Ponte Galeria”.
Marco Staffiero