Le liste civiche giocano a Ruzzle ed esce la parola “Grillo”

4 marzo 2013 | 04:00
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Le liste civiche giocano a Ruzzle ed esce la parola “Grillo”

Il fenomeno 5 Stelle a Fiumicino ha delle peculiarità da verificare alle prossime elezioni comunali. L’Udc paga la lotta intestina e la debacle nazionale. Pdl in calo, Pd quasi stabile ma non passa l’effetto-Zingaretti

Il Faro on line – Grillo ha stravinto. Anzi no, hanno stravinto le liste civiche che per una volta – senza neanche averne discusso (e forse è il vero motivo per cui questa cosa si è potuta concretizzare) – ognuna per proprio conto hanno deciso di votare con la “pancia”, protestando contro un sistema che non sopportano più. E’ un dato tutto locale, da non confondere con lo tzunami grillino nazionale, anche se collegato. I piccoli partiti hanno pagato dazio, schiacciati da Pd e Pdl che evidentemente, per i propri elettori, restano comunque un’ancora di stabilità. Ma anche i grandi hanno perso molto per strada, se  è vero come è vero che hanno faticato a racimolare qualche centinaia di voti per i candidati regionali che portavano su questo territorio.

Poi c’è stata la debacle centrista, con tanto di “redde rationem” all’interno dell’Udc. La lista non ha raggiunto il quorum, e dunque ogni possibile risultato è stato spazzato via dalla soglia di sbarramento. Ma i voti presi (o persi?) nel testa a testa Caroccia/Russo, con i rispettivi candidati di riferimento, avranno un peso anche nelle prossime settimane.

Prossime settimane che vedranno la scelta del centrodestra per il candidato a sindaco. Le grandi manovre sono iniziate, e il voto regionale/politico non potrà non avere un ruolo determinante. I ragionamento su come intercettare i voti di chi si sente nell’alveo del centrodestra ma ha anche le scatole piene di un certo modo di fare politica sono iniziati. C’è un discorso generazionale in campo, ma c’è anche quello di non demonizzare chi ha fatto politica negli anni in maniera pulita e coerente, c’è il discorso dell’esperienza necessaria prima di tutto per contrastare il candidato del  centrosinistra Montino e poi per gestire il fiume di denaro che passerà da queste parti nei prossimi anni, ma c’è anche la necessità di presentare facce nuove. Un tavolo aperto.

E poi c’è l’incognita liste civiche, che partono tutte con l’intento di rinnovare la politica ma non tutte dagli stessi presupposti: c’è chi vuole spazzare via tutto, chi vuole restare nell’ambito della politica tradizionale ma con volti nuovi, chi vuole la mediazione con i partiti. Sarà dura mettere d’accordo tutti.

E la mia candidatura? Esperienza significativa. Ho potuto guardare cosa accade in una campagna elettorale con il punto di vista del candidato, che è profondamente diverso da quello del giornalista. E ho visto biglietti strappati dalle mani di chi proponeva un nome, per imporgli di portare qualcun altro; ho visto la guerra dei cartelloni dove ogni 20 minuti ci si copriva a vicenda, le cene elettorali dove c’è tanta gente che mangia e poca che vota, le bugie di chi davanti fa una faccia e dietro lavora per qualcun altro, le riunioni per stabilire la strategia per evitare di dare una mano al candidato del territorio, l’abissale confusione che questo doppio sistema elettorale politiche/regionali ha ingenerato nella testa della gente comune; un dato su tutti? Fiumicino ha avuto oltre mille schede annullate per voto non corretto. Mica poco! 
Insomma, parafrasando il mitico film Blade Runner, ho visto cose che voi umani… purtroppo siete abituati a vedere da anni.

Poi i miei numeri: 93 voti solo a Fiumicino, 163 totali. Pochi, se pensiamo solo al dato numerico (e non starò qui a menarla con i ragionamenti per cui una sconfitta si trasforma in una vittoria); ma guardando ai candidati forti dei più forti schieramenti locali, Di Paolo, Leodori e Vicari, ci si accorge che le corazzate che li sostenevano, con quadri di partito, penetrazione nel territorio, fondi economici e strutture locali hanno tirato su tra i quasi 500 e i circa 600 voti, spicciolo più spicciolo meno. In questo panorama, e fatte delle semplici proporzioni, i miei quasi cento voti puliti, presi con il porta a porta, nei bar e nei mercati, da solo (con l’aiuto di Gil) e con la stima che in molti mi hanno dimostrato personalmente, valgono oro.

Certamente lo valgono per me a livello morale, ma a pensarci bene hanno anche un bel peso politico. La mia campagna elettorale con i Cristiano Popolari è partita solo a febbraio, inattesa, non preventivata. E non ha usufruito di cartelloni elettorali per mia precisa scelta (non volevo sporcare la città…) né di sms machine, né di cene. Venti giorni sulla strada, con tutti i limiti che un’esperienza del genere porta con sé e l’impossibilità di contattare tutti quelli che avrei voluto. Mi porto dentro le lacrime di un papà che è scoppiato a piangere parlandomi di suo figlio autistico, la rabbia dei contadini di Maccarese che vedono la “loro” agricoltura morire, le proteste dei residenti di Parco Leonardo per uno sviluppo sempre promesso e mai arrivato, lo sconforto dei commercianti di Fiumicino (in particolare di Torre Clementina) che non riescono più a reggere in mancanza di un piano commerciale che rivitalizzi la zona, l’incredulità dei residenti di Borgo Fiumara Grande ancora senza fogne e illuminazione all’alba del Terzo Millennio. E le richieste di risolvere i grandi problemi regionali riguardanti i rifiuti, il biogas, i B4a…

Purtroppo non potrò aprire quei famosi cassetti della Regione: la chiave (cioè il voto della gente) non è arrivata. Ma giornalismo e politica, ne sono sempre più convinto, sono due facce della stessa medaglia: servizio alla gente, trasparenza, disponibilità e impegno per il bene comune. Paradossalmente, il giornalismo inteso come “controllo” del potere non avrebbe nemmeno ragione di esistere se il potere fosse intimamente onesto. Sarebbe utile piuttosto a informare la collettività e avrebbe la funzione sociale di segnalare i diversi problemi che possono sfuggire a chi amministra. Utopia? Chissà. Per ora la mia esperienza politica è finita. Ma… mai dire mai.

Angelo Perfetti
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I commenti

Leggo sempre i suoi Appunti di viaggio. Solo per rispetto dei numeri, segnalo che il maggior votato di Fiumicino è stato Massimiliano Valeriani del PD :
– Massimiliano Valeriani –                   PD   624
– Pietro Di Paolantonio detto Paolo   PDL  614
– Alessandro Vicari                            FCP  483
– Daniele Leodori                               PD   480
Maria Carla Mignucci

Gentile direttore,
ho letto come al solito i Suoi “appunti di viaggio” e condivido, in gran parte,  l’analisi del voto salvo quando dice “non passa l’effetto Zingaretti”. In primo luogo perché anche a Fiumicino Zingaretti è stato il candidato più votato,se analizziamo poi i voti di lista e di schieramento tra Camera e Regionali il M5S è passato dal 35,90% al 23,10% a differenza del centro sinistra che ha visto incrementare i consensi dal 23,59% al 32,74% , con il PD, seppur di poco, primo partito,quindi i dati ci dicono che un certo effetto c’è stato. Passando poi ai voti di preferenza per candidato, la Sua esperienza, che comunque reputo positiva, e quella di altri candidati locali alle Regionali, è servita a dimostrare la poca affidabilità di tutti i paladini e i sostenitori, a chiacchiere, di candidature espressione del territorio che,nei fatti, si sono tutti precipitati a dare la loro preferenza ai soliti personaggi sponsorizzati dal “signorotto” di turno.
Roberto Cini 

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