Otto marzo: una data per ricordare eriflettere

6 marzo 2013 | 00:54
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Otto marzo: una data per ricordare eriflettere

Contro abusi e soprusi il mondo si moblita per dire basta alla violenza

Il Faro on line – Era l’8 marzo del 1908 quando  per impedire di scioperare le operaie dell’industria tessile Cotton di New York vengono chiuse all’interno della fabbrica per impedire loro di scioperare. Appiccarono il fuoco e 129 donne morirono, tra loro alcune immigrate Italiane. A proporre questa data, per non dimenticare e ricordarla come giornata di lotta a favore delle donne, fu la rivoluzionaria Rosa Luxemburg.

Anche la città di Civitavecchia ha vissuto una pagina di storia analoga. 

Era il 7 marzo 1977 importanti anni di lotta per i diritti civili, quando 7 donne di Civitavecchia – Pina, Lia, Maria Teresa, Agata, Margherita, Rosanna, Giulia, appartenenti al Movimento di Liberazione della Donna, occuparono di  mattina  pacificamente,  una stanza anzi il balcone dell’ufficio di un Ente inutile in scioglimento l’Eca (Ente Comunale Assistenza) dove c’era  soltanto un impiegato.

Era una importante campagna di sensibilizzazione, un’occupazione pacifica era un’azione concreta per chiedere al Sindaco Piroli l’apertura del Consultorio Famigliare come prescriveva la Legge – quadro nazionale ed era  giusto pensavano le 7 donne, aprirlo in quei locali  che, trovandosi in pieno centro (al mercato) sarebbe stato di vitale importanza per le donne. Ma fu purtroppo una triste pagina di storia. 

Il Presidente dell’Ente in scioglimento Pier Luigi De  Paoli chiese l’intervento delle forse dell’ordine e denunciò alla magistratura le 7 donne. 

Le 7 donne  furono prelevate dalle forze dell’ordine, e condotte al carcere  Giudiziario di Via Granari ( al mercato) arrestate per interruzione di pubblico  esercizio a firma del Procuratore Loiacono.In realtà nessuna interruzione ci  fu quella mattina, in quell’ufficio (in scioglimento) c’era un unico impiegato.

La notizia fece scalpore, ebbe un’eco straordinaria a livello nazionale, arrestate 7 donne perché lottavano per l’apertura del Consultorio famigliare? Tanti gli articoli su molta stampa nazionale ci furono anche interrogazioni parlamentari, proprio per la concomitanza della ricorrenza, giornata di lotta.
Dopo 3 giorni di carcere, all’alba le 7 donne furono scarcerate.

In seguito a Civitavecchia  grazie alla  continua  mobilitazione di tante donne e associazioni fu aperto il Consultorio Famigliare ma non nei locali dell’ente inutile in scioglimento in pieno centro. Oggi rifletto… penso che dobbiamo continuare a lottare per dire no alla violenza  in tutte le sue forme, lottare per difendere le donne, i bambini, le bambine da abusi, soprusi e che dire delle spose bambine?Non è violenza? Povere bambine!  

Un’infanzia negata,  negato il diritto al gioco, il diritto all’istruzione, il diritto ad una vita  sana.  Secondo le Nazioni Unite  sono milioni le Spose bambine.
Pina Tarantino