Arsenico, una polemica… al veleno

11 marzo 2013 | 01:05
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Arsenico, una polemica… al veleno

Il presidente Meroi risponde al sindaco Mazzola: “Sulla vicenda fa demagogia e finge pure di essere incompetente”

Il Faro on line – “Il sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola, ancora una volta ha dimostrato di essere un perfetto demagogo, fingendo di ignorare la realtà e sfiorando pure il ridicolo”. Lo afferma il presidente della Provincia di Viterbo, Marcello Meroi. “Leggendo le sue dichiarazioni si ha come l’impressione di trovarsi di fronte ad un finto incompetente. Non posso credere infatti che, improvvisamente, abbia perso la memoria e non sappia che la risoluzione dell’emergenza arsenico è una questione di competenza esclusivamente regionale. Mazzola ha fatto per circa due anni l’assessore provinciale, quindi dovrebbe sapere perfettamente che la Provincia non ha, né le competenze, né tantomeno le risorse per farsi carico della realizzazione dei dearsenificatori. Eppure nonostante ciò il sindaco di Tarquinia ancora una volta lancia accuse indiscriminate mettendo sullo stesso piano le responsabilità, enormi e gravi della Regione Lazio, con quelle del tutto inesistenti della Provincia.

Ma Mazzola non è sceso dalla luna un mese fa! Quando ha ricoperto l’incarico di assessore ai Lavori Pubblici nella giunta provinciale di centrosinistra guidata da Alessandro Mazzoli (dal 2005 al 2007 poi si è dimesso per fare il sindaco) la direttiva europea che fissava a 10 microgrammi litro il limite massimo di arsenico consentito nelle acque destinate al consumo umano era già stata emanata e recepita dal Governo italiano. Nonostante ciò, lui e la sua giunta provinciale,  non si sono mai, e sottolineo mai, fatti carico del problema sollecitando chi di dovere ad intervenire. La cosa ancora più grave è che, a non farsi minimamente carico della grave problematica è stata la giunta regionale di centrosinistra guidata da Piero Marrazzo. 

Ma anche dopo l’elezione a sindaco di Tarquinia – prosegue Meroi – avvenuta lo ricordiamo, nel 2007, Mazzola non è sembrato minimamente interessato della questione. Non partecipava alle assemblee dell’Ato? Non sollevava il problema? Non inviava comunicati ai giornali invocando la risoluzione di un problema che stava diventando sempre più stringente? No, Mazzola ha trovato più comodo cullarsi sugli allori e si è improvvisamente svegliato nell’ultimo anno e mezzo sparando contro le amministrazioni, guarda caso di centrodestra, che appena insediate si sono subito interessate della questione cercando di porvi rimedio per scongiurare l’emergenza. Purtroppo non si può fare in un anno e mezzo quello che si sarebbe dovuto fare in dieci anni.

A differenza di Mazzola che ha sempre taciuto le responsabilità del centrosinistra al governo della Regione, non ho mai fatto il difensore d’ufficio della giunta Polverini che anzi ho duramente criticato ogni volta che ho ritenuto necessario farlo. Sulla questione relativa all’aumento della tariffa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ricordo a me stesso prima che agli altri, che è stata questa Amministrazione provinciale a coordinare l’azione legale dei Comuni contro la Regione con la richiesta dell’annullamento della relativa determina accordata dal Tar. Quindi non posso essere certo accusato di faziosità e di partigianeria politica. Ma non possiamo nemmeno falsificare la realtà come da tempo sta facendo Mazzola e non riconoscere l’impegno che la giunta Polverini, anche dietro il costante pressing della nostra Amministrazione provinciale, ha messo in atto per porre rimedio ad un’emergenza ormai alle porte. Non è mio costume rinfacciare ad altre amministrazioni le responsabilità di problemi ereditati e lasciati irrisolti  ma la demagogia del sindaco Mazzola è sempre più inaccettabile oltre che ingiustificabile.

Piuttosto – conclude Meroi – mi sarei aspettato che il sindaco di Tarquinia avesse motivato la sua assenza all’ultima assemblea dell’Ato andata deserta per mancanza del numero legale. Quella stessa assemblea nella quale avremmo dovuto discutere dell’ipotesi di riduzione delle tariffe idriche a carico dei cittadini della Tuscia a fronte della limitazione del consumo derivato dall’entrata in vigore della direttiva europea, che ha imposto a numerosi sindaci di emettere le relative ordinanze di non potabilità delle acque destinate al consumo umano. Un problema che dovrebbe interessare in primo luogo al sindaco di uno dei primi tre comuni più grandi e popolosi della nostra provincia. Ma Mazzola è uno di quelli che ama pontificare sui giornali, lasciando agli altri sindaci la responsabilità di prendere decisioni, per poi, un domani, potersi lavare tranquillamente le mani. Oppure la motivazione ancora una volta è solo ed esclusivamente politica. Visto che la riduzione delle bollette è possibile solo a fronte di un impegno economico da parte della Regione volto a coprire i relativi costi, vuoi vedere che, ora che alla Pisana è tornato il centrosinistra, il buon Mazzola troverà più utile tornare sulla luna?”