Preghiera e silenzio. La “rivoluzione” del nuovo Papa

13 marzo 2013 | 21:00
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Preghiera e silenzio. La “rivoluzione” del nuovo Papa

In un mondo globalizzato e frastornante Francesco I propone l’assenza di parole. E traccia una strada: tornare con forza ai valori fondanti la religione cattolica per evangelizzare

Il Faro on line – Preghiera e silenzio. Quanto di più arcaico e al contempo rivoluzionario un Papa moderno potesse fare. “Francesco I” ha sorpreso tutti, iniziando il suo pontificato con l’essenza stessa del cattolicesimo, la preghiera al Padre e alla Madonna. E poi, in un mondo fatto di immagini, suoni, parole, cinguettii e comunicazione, ha regalato al mondo ciò che il mondo, costantemente di fretta, non si regala quasi mai: il silenzio. Che vuol dire riflessione, interiorità e, come chiesto dallo stesso Pontefice, attenzione all’altro, al prossimo, ai nostri fratelli.

Parte così il primo Papa di nome Francesco, recuperando l’essenzialità del messaggio cristiano, e proponendo come cammino l’evangelizzazione. Che vuol dire annuncio della parola di Cristo, difesa dei cattolici nel mondo (mai come in questi tempi sottoposti ad un vero e proprio attacco, sia fisico sia mediatico). Basti pensare a come sui Social Network viene dipinta l’intera Chiesa, quasi fosse la rappresentazione esaustiva del messaggio cristiano. Non è così, e le centinaia di migliaia di persone che hanno invaso Roma lo hanno dimostrato. Certo la Chiesa ha le sue colpe, e forse il nome “Francesco” vuole richiamare proprio a quel voto di povertà che non solo i detrattori ma anche gli stessi fedeli (anzi, soprattutto loro) chiedono ai rappresentanti religiosi.

Non e’ solo il primo papa sudamericano: l’argentino Bergoglio e’ anche il primo pontefice gesuita nella storia del papato. L’ordine fondato da Ignazio di Loyola nel 1534, infatti, pur essendo potentissimo nei secoli non ha mai espresso un papa di Roma, avendo tra l’altro una gerarchia molto strutturata con in testa un potente preposito generale, che non a caso viene tradizionalmente chiamato il “Papa nero”. Anche questo potrebbe avere un significato evangelico: serrare le fila di una casa di Cristo “sotto bombardamento” per respingere gli attacchi esterni e nel contempo imporre all’interno maggiore rigore e aderenza al messaggio di Gesù.

Il suo Pontificato parte anche con l’indulgenza plenaria: azzeramento dei peccati per ricominciare un cammino di fede e di totale aderenza al messaggio del vangelo. Perdono, gli uni con gli altri e Dio con noi. Perché solo dal superamento delle miserie umane è possibile sperare in un futuro.
Angelo Perfetti

Il suo primo discorso

”Cari fratelli e sorelle buona sera”, ha detto subito interrotto da un applauso. ”Voi sapete che il Papa e’ vescovo di Roma – ha detto – ma sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui – ha proseguito – vi ringrazio dell’accoglienza”, ringrazio ”la citta’ di Roma” come, suo vescovo, e ”prima di tutto vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito Benedetto XVI, preghiamo tutti insieme per lui, perche’ il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca”. Quindi il nuovo Papa ha pregato prima il Padre nostro e poi l’Ave Maria.

”Incominciamo questo cammino, vescovo e popolo, – ha detto ancora –  vescovo e popolo – ha ripetuto – il cammino della chiesa di Roma, che e’ quella che presiede nella carita’ tutte le chiese, preghiamo sempre per noi l’uno per l’altro, preghiamo per tutto il mondo, perche’ ci sia una grande fratellanza; mi auguro che questo cammino di chiesa che tutti cominciamo, con il mio vicario qui presente sia evangelizzazione di questa bella citta”’. ”Vorrei dare la benedizione, ma prima vi chiedo un favore, vi chiedo – ha detto – che voi preghiate il Signore per me, chiediate al Signore che benedica il suo vescovo, facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me”. Alcuni minuti di silenzio e ha impartito la benedizione.