La Lazio si scioglie… come la neve

17 marzo 2013 | 23:36
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La Lazio si scioglie… come la neve

Il Faro on line – Sotto una fitta nevicata e con un terreno al limite della praticabilità la Lazio è incappata nella terza sconfitta consecutiva ed ha abbandonato definitivamente i sogni Champions. Eppure l’incontro iniziava bene. Al 10’ Gonzales metteva in area un pallone recuperato sugli sviluppi di un corner, e Cana batteva di testa ma centrava il palo con Gillet immobile. Poi al 16’ la frittata di Ciani che in soli 43 secondi rimediava due gialli per altrettanti  falli sullo scatenato Barreto. In dieci la Lazio reggeva per oltre un’ora anche perché i suoi uomini dominavano nella zona centrale con Onazi sempre sugli scudi. Anzi al 22’ Kozak ben lanciato da Gonzales si incuneava in area e dalla sinistra faceva partire un tiro che impegnava seriamente Gillet. La ripresa iniziava con una nuova occasione per i biancocelesti. Fuga di Lulic per 60 metri e palla a Kozak che invece di tirare, rimetteva dietro per l’accorrente Onazi che tirava centrale tra le braccia di Gillet. Da quel momento il Torino iniziava a prendere coraggio e con l’ingresso di Bianchi cercava di far pesare l’uomo in più. Ma la difesa romana ben orchestrata da un buon Cana reggeva le iniziative dei granata.

Al 78’ la svolta. Sugli sviluppi di un corner il neo entrato Jonathas girava al volo alle spalle di Marchetti e Toro avanti . Gli ultimi minuti non consentivano  ai ragazzi di Pektovich il recupero del risultato. I biancocelesti ormai stremati stentavano a tenere il campo e solo l’imperizia dei propri avanti  non consentivano al Toro di arrotondare il punteggio.Alla fine una nuova delusione e il pericolo di venir risucchiati nel centro classifica divenuto una realtà. La squadra è stanca ed il roster non adeguato a sopportare le tre competizioni. Forse questa volta è mancato anche un pizzico di fortuna, ma il calo è sotto gli occhi di tutti. La sosta arriva come una manna. Al rientro dalla pausa azzurra ci sarà il Catania e il risultato dell’andata non evoca dei bei ricordi. Caro Pekto ai posteri l’ardua sentenza. 
Alessandro Brandi