Sport e solidarietà, ma… non sulla nostra strada

18 marzo 2013 | 01:22
Share0
Sport e solidarietà, ma… non sulla nostra strada

Il Faro on line – Tra le tante manifestazioni che, da molti anni ormai, vengono sponsorizzate o addirittura organizzate “in toto” dalle Amministrazioni locali, quelle che forse godono di maggior apprezzamento e una maggiore partecipazione da parte della collettività, sono quelle sportive dilettantistiche; la recente maratona organizzata a Roma ne è un esempio, ma anche a Fiumicino eventi come la “Best Woman” o i passati “cicloraduni”, hanno avuto molto successo. Si tratta di avvenimenti che, per la loro realizzazione, hanno bisogno del coinvolgimento pressoché totale di tutte le realtà istituzionali: dagli Organi apicali per la verifica dei percorsi, al rilascio delle varie autorizzazioni; dal personale tecnico per l’apposizione delle strutture di accoglienza e della segnaletica provvisoria, alla verifica e ai controlli da parte delle polizie locali, ecc.

Tutto ciò comporta una sorta di “rovescio della medaglia” perché, sia pure per pochi giorni, che in genere coincidono con i fine-settimana, i ritmi della quotidianità dei cittadini subiscono un brusco mutamento… e qui casca l’asino! Già, perché quando si parla di queste cose, tutti plaudono ai valori dello sport, alla sanità della vita cittadina che “sia più a dimensione umana”, ad un miglior contatto con la natura, alla solidarietà e chi più ne ha più ne metta, dando sfogo a quanto di più sano e bello passi loro per la mente – ricordate il “perbenismo” di cui parlavamo qualche tempo addietro? – ma poi, di fronte ai disagi ad esempio, di una strada chiusa al traffico, o all’attesa che passino tutti i partecipanti alla corsa prima di poter transitare con la propria auto, viene fuori la vera natura di certi soggetti (è appena un caso che, spesso, siano gli stessi che per primi si riempiono la bocca di belle parole di apprezzamento per la realizzazione dell’evento…!); ecco allora che tutti hanno un impegno urgente (di domenica mattina!!!) che li autorizza a dire di tutto e di più su “chi ha deciso di chiudere la strada” obbligandoli a fare un giro più lungo di ben tre o quattro chilometri (neanche dovessero farli spingendo l’automobile!!!) e sprecando ben due o tre “strapreziosissimi” minuti!!!

Sembra incredibile, ma quando le vie cittadine sono attraversate da atleti dilettanti che mettono un impegno semplicemente lodevole e da imitare, per strada sembra circolino solo automobilisti muniti di contrassegno per persone diversamente abili che devono raggiungere “urgentemente” la loro destinazione, medici “urgentemente” attesi da pazienti colti improvvisamente (e proprio di domenica mattina!) da malore, …o dal solito imbecille che non ha nulla, ma proprio nulla da fare, se non cogliere qualunque pretesto per brontolare su tutto e rompere i c…..ordoni sostenendo di dover passare proprio di lì e proprio in quel momento!

Lo abbiamo detto più volte e lo ripetiamo: per fortuna questi scassac…..arte sono davvero una minoranza che, seppur molto, molto rumorosa, rimane davvero esigua. La maggioranza delle persone apprezza davvero, primi fra tutti , proprio coloro che, spesso ad un’età non più giovanissima, mostrano di possedere la forza e il coraggio di mettersi in discussione per offrirsi ed offrire una giornata di divertimento, di cordialità e vero calore umano all’insegna di una sana competizione, dove anche per l’ultimo arrivato ci sono un caloroso applauso e un sorriso di apprezzamento.Mettendo da parte il risentimento e la critica, quello che ci sentiamo di augurare alla minoranza di cui sopra è che tutti loro possano capire che sostituire l’astio con uno sguardo benevolo, un furioso colpo di clacson con un grido di incoraggiamento, una parolaccia condita di gesto di rabbia con un sorriso accompagnato dal pollice in alto, costano incredibilmente di meno e danno molto, moltissimo di più.
Paolo Boncompagni