Sfollati Hotel Kursaal, disagi che durano anni

21 marzo 2013 | 03:55
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Sfollati Hotel Kursaal, disagi che durano anni

Vizzani: “L’amministrazione non è competente per l’assegnazione degli alloggi popolari”

Il Faro on line – Il 20 febbraio agli occupanti dell’ex Hotel Kursaal 200 di via Ferdinando D’Aragona ad Ostia, veniva notificata un’ordinanza di sgombero da parte del Sindaco di Roma Gianni Alemanno. Il provvedimento veniva motivato dalle condizioni igienico sanitarie precarie in cui si trovava l’edificio. Da subito, per le donne con figli minorenni, veniva prospettata la soluzione di andare a vivere in casa famiglia. Per gli uomini, invece, il futuro si è fatto più incerto. E per alcuni la strada sembra essere l’unica alternativa. Gli occupanti, però, non si danno per vinti. Ottengono il rinvio provvisorio dello sgombero e si accampano sotto le finestre del Tredicesimo Municipio di Roma Capitale all’angolo tra via Claudio e piazza della Stazione Vecchia ad Ostia. Da giorni chiedono dignità e rivendicano il diritto ad avere un alloggio in uno dei tanti residence romani.Mentre scrivo la loro protesta ha raggiunto il ventiduesimo giorno. Giorni passati ad inscenare proteste plateali in mezzo all’indifferenza istituzionale. Ma chi sono questi cosiddetti “sfollati” e cosa chiedono? L’ho chiesto direttamente a Barbara Ferrandu, la loro portavoce.

“La mattina del 20 febbraio – spiega – gli assistenti sociali e gli agenti di polizia sono entrati nell’Hotel Kursaal dove noi viviamo da anni e ci hanno intimato di fare le valigie. Noi donne con i nostri figli non vogliamo andare in una casa famiglia, lo riteniamo un provvedimento restrittivo e non una soluzione umana. Abbiamo chiesto più volte che ci venga dato un alloggio in un residence. La soluzione della casa famiglia comporterebbe un costo maggiore per la società e anche essere alloggiati nei bungalow avrebbe costi esosi. Siamo pronti a tutto pur di avere tetto”. Barbara è esasperata. La mattina stessa del giorno del nostro incontro, è entrata nella sede del Municipio e, salita al secondo piano, ha tentato di buttarsi giù in segno di protesta. “L’ho fatto – mi dice – per attirare l’attenzione sulla nostra problematica. Io sono depressa, senza una casa e con un figlio da crescere. Perché non si trova una soluzione per noi? In fondo non vogliamo passare sopra a nessuno per l’assegnazione di una casa. Chiedo solo un aiuto alle istituzioni”.

Eppure la soluzione sembra essere lontana e lo sgombero tra un po’ diventerà effettivo. Le parole del Presidente del Municipio a questo proposito non sono rassicuranti: “Siamo dispiaciuti per ciò che è accaduto. Questa situazione ha esasperato gli animi di chi la vive. Io ribadisco che l’amministrazione non è competente per l’assegnazione degli alloggi popolari. Infatti, per queste assegnazioni, è previsto un bando del Comune (per altro ancora aperto) che esamina la situazione di ogni singolo nucleo familiare in base all’emergenza che esso vive e al suo disagio sociale”.
Vincenzo Galvani