“Prostituzione e telecamere, e a pagare siamo sempre noi cittadini”

22 marzo 2013 | 04:04
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“Prostituzione e telecamere, e a pagare siamo sempre noi cittadini”

Russo D’Auria (Gil): “Lo Stato è inerte e non incassa, il Comune spende milioni per inutili postazioni”

Il Faro on line – “L’Italia è un paese strano, e Fiumicino lo è ancora di più. Consentiamo che una professione sia lecita, poi però non la regolamentiamo. Non facciamo pagare le tasse né facciamo controlli medici a chi la esercita, ma puniamo con le multe chi ci si avvicina. E infine, con i soldi dei cittadini, installiamo telecamere milionarie per controllare un tratto di strada con l’unico obiettivo concreto di far spostare il ‘lavoro’ di qualche centinaia di metri. E’ tutto assurdo, e noi paghiamo”.
A parlare è il leader di Gil, Mario Russo D’Auria. L’argomento è facilmente intuibile: la prostituzione.

“Siamo veramente all’assurdo: non pagano nemmeno un euro di tasse, usufruiscono dei servizi sanitari gratuitamente, non vengono rimpatriate e per di più le nostre Amministrazioni ci costringono a pagare quattrini per spiarle. E’ ora di dire basta a tutto questo. Non è un discorso di razzismo né di xenofobia, è un discorso di regole. Gli italiani devono pagare le tasse, fare gli scontrini, emettere ricevute fiscali, pagare i ticket. Poi si ritrovano spesso scavalcati da chi semplicemente non è toccato da tutto ciò, e magari non è nemmeno colpa sua. Le prostitute stanno sulla strada perché è lo Stato a mettercele, ed è lo stesso Stato a non chiedere loro le tasse, a non fare nulla  per regolamentare quello che è il mestiere più antico del mondo che nessuno riuscirà mai a eliminare.

Insomma – concluide Russo D’Auria – noi e solo noi paghiamo. Poi ci si mette anche il Comune a fare appalti milionari per telecamere che non servono a nulla, ovviamente evitando di spendere gli stessi soldi per assumere nuovi vigili a controllo del territorio. E’ ora di dire basta a tutto questo. Basta soprattutto, parlando di Fiumicino, con gli appalti inutili, non concertati con nessuno e che alla fine arricchiscono le tasche di chissà chi”.