Progetto Waterfront approvato, il programma inizia a prendere forma

25 marzo 2013 | 01:58
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Progetto Waterfront approvato, il programma inizia a prendere forma

INCHIESTA 1 – Le carte parlano e il disegno si fa progressivamente più chiaro: ecco zone e ambiti di intervento che abbracciano la completa rivisitazione del litorale

Il Faro on line – Quindici giugno 2011: “Ostia Cambia”. Appariva positivo e progressista il titoletto annunciante la presentazione del progetto di riqualificazione del territorio che, ben due anni fa, si proponeva di rivoluzionare l’urbanistica e la frazione lidense di Ostia con lo scopo di rivalorizzare gli aspetti commerciali, ricettivi, culturali e ambientali della “perla mediterranea” della Capitale. Meno ottimiste furono le reazioni che, in seguito all’illustrazione del progetto, partiti e organizzazioni caricarono apocalitticamente contro quella che alle menti dei cittadini si presentava come la peggiore strada possibile per il territorio: cemento, imprenditoria colossale, ulteriore alterazione ambientale e benefici economici volti ad arricchire ancor di più la fascia dei “soliti investitori”. Poi, progressivamente, è calata sulla questione una singolare e misteriosa ombra che ha arrecato disinformazione riguardante il futuro dei cittadini, delle spiagge, delle strade e della mobilità; la disinformazione è sfociata in sporadiche manifestazioni contro l’attuazione del progetto e queste ultime hanno a loro volta visto l’apparente naufragio della proposta. 

Ma anno nuovo, vita nuova e nuove elezioni, si sa, comportano spesso l’impetuoso riaffiorare dei progetti rinnovati, splendenti e propositivi: la nave Waterfront riemerge e viene lodata dagli esalti del Cavaliere in seguito alla presentazione esposta da Alemanno, poi  inneggiata da Papagni, Lorenzin e Corsini di fronte ad un’arena pubblica infastidita ed avversa, e infine definitivamente approvata dalla Giunta Capitolina in data primo marzo 2013.

Sono troppe le dinamiche che dipingono lo scenario del progetto, tanti i dubbi che porta la cittadinanza riguardo tempistiche e dinamiche di realizzazione, alcune le promesse che parlano di partecipazione e collaborazione con i coinvolti dell’agorà e troppo poca l’informazione che circonda questo grande nucleo d’investimenti futuri ma molto prossimi e travolgenti.

Si parla, con la parola Waterfront, di una “minuta” parte del gigantesco piano di creazione del Secondo Polo Turistico, parte che abbraccia il tratto del litorale a partire dall’inizio del porto fino alla tenuta presidenziale di Castel Porziano.Il progetto da sei miliardi di euro si presenta come una serie di azioni volte a rivisitare completamente le strutture pubbliche e commerciali del lido di Ostia per aprire la cittadina ad un pubblico internazionale, per arricchire ulteriormente il settore terziario e rendere Roma più ambita meta di visite turistiche . Le carte atte a presentare il progetto parlano del bisogno di arricchire e migliorare quelle zone “scarsamente utilizzate, degradate dal punto di vista ambientale, prive di identità e sconnesse dal sistema lungomare”.

Le funzioni insediabili che prevarranno saranno di natura ricreativa, sportiva, scientifico-divulgativa, ricettiva, edilizia e commerciale per un totale di circa 300.000 mq tra interventi pubblici e privati.

Le macro sezioni  in cui possono esser raggruppate le zone di intervento previste dal progetto sono sei, le azioni di trasformazione partiranno dall’inizio del lungomare e dunque dal Piazzale Magellano: qui si realizzeranno una serie di aree verdi accompagnate da parcheggi sotterranei atti a rendere pedonale l’intero lungomare e si concluderà la realizzazione delle residenze già esistenti; il secondo ambito di intervento riguarda la zona relativa al Canale dei Pescatori, che vedrà il completamento del già esistente polo natatorio con l’inserimento di ulteriori servizi acquatici (piscine per ragazzi, trampolini per tuffi) e di attività commerciali dedicate allo shopping e al tempo libero.Il terzo comparto, quello che concerne la Stazione di Castel Fusano, rappresenterà l’accesso al lungomare che sarà ottimizzato da una ristrutturazione del terminale, e vedrà inoltre la realizzazione di aree pubbliche da destinare ad aree verdi e altri parcheggi.Si realizzeranno poi, sempre in questa zona, un parco tematico con fine divulgativo-scientifico e una serie di residenze di lusso atte a completare il tessuto residenziale già esistente.

Ma la polarità turistico-ricettiva vedrà la sua più completa realizzazione all’interno della zona compresa tra il terminale della stazione Cristoforo Colombo e la Roma lido: le aree trascurate e degradate che attualmente dominano questa frazione del lungomare verranno rinnovate e ristrutturate completamente col fine di favorire la viabilità e quindi l’accesso al Waterfront, si collegheranno stazione e lungomare per mezzo di una piazza pedonale, e si realizzeranno ulteriori strutture alberghiere e commerciali atte a conferire ad Ostia una capacità attrattiva che non si limiti alla stagione estiva, come ad esempio “Terme moderne integrate con aromaterapia e talassoterapia”.

Ultima frazione che verrà coinvolta nel processo di “restyling urbanistico”  è quella dell’ultimo tratto di lungomare che abbraccia la Tenuta di Castel Porziano. Qui si interverrà recuperando l’attuale degrado per mezzo della realizzazione di una “polarità ambientale” in cui avverrà la ricostruzione della duna accompagnata dalla realizzazione di attività legate all’educazione a all’intrattenimento.

Più sinteticamente, si potrebbe parlare del progetto come un mix di pubblico e privato che attraverserà la zona più frequentata di Ostia trasformandola in un centro di intrattenimento, turismo ed aggregazione.

I problemi che principalmente erano sorti di fronte al programma riguardavano la scarsa disponibilità dei “decisori” a coinvolgere i soggetti pubblici nella trasformazione della città, ma con astuzia e “generosità” ci si è occupati anche di questo: è emerso infatti in rete il “regolamento di partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana”, insieme di carte che stilano le procedure che permetteranno ai “civili” di informarsi, intervenire, proporre e dibattere sulla “nuova città”. Si parla di internet, di informazione in tempo reale, di  incontri aperti al pubblico in vista di ogni nuova iniziativa che verrà intrapresa, e di possibilità per singoli o organizzazione di inviare le proprie proposte all’Amministrazione.

Il soggetto del quadro si fa ora più chiaro, i protagonisti della storia sono nitidi e definiti ma le sfumature ancora confuse. Attorno al palcoscenico Waterfront si alzano voci di ogni colore e orientamento, quello che per alcuni è un sogno appare ad altri come terrificante incubo e di nuovo la scena si divide in punti di vista contrastanti ed opposti, la battaglia si perpetua e sembra non voler trovare pace, alle accuse preoccupate di chi teme il peggio per ambiente, cittadini  e struttura urbana tornano risposte vaghe e vane di addetti ai lavori ancora “in fase di ridefinizione delle dinamiche”.

Giulia Capozzi