“Tribunale di Ostia: non bastano le parole del sindaco per salvarlo”

9 aprile 2013 | 18:00
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“Tribunale di Ostia: non bastano le parole del sindaco per salvarlo”

Notturni (Cambiare davvero): “Che fine hanno fatto le promesse di Alemanno? E’ necessario che ad esse seguano i fatti”

Il Faro on line – “Il Tribunale di Ostia non va chiuso. Lo dichiarò il sindaco di Roma Gianni Alemanno in una lettera al ministro della giustizia Paola Severino il 28 luglio scorso durante la convulsa estate del 2012 che vide una grande mobilitazione sul litorale romano dei comitati, delle forze politiche e imprenditoriali e delle associazioni forensi per impedire i tagli dei tre uffici giudiziari lidensi imposti dalla spending review”. Lo dichiara Giulio Notturni, rappresentante di Cambiare davvero del municipio XIII.   

“Ma il sindaco Alemanno, che adesso nei suoi cartelloni elettorali annuncia a lettere cubitali ‘Insieme per la legalità’,  continua a rimanere in silenzio e soprattutto a non intraprendere alcuna azione utile a salvare la sede di via dei Fabbri navali. Eppure era stato lui stesso ad affermare che ad Ostia c’è un territorio ad alto rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata”.     

“Va bene la presa di posizione ma adesso servono fatti concreti! Il 30 aprile è il termine utile entro il quale gli enti locali possono indicare al ministero una sede dove allocare gli uffici ma ancora non c’è stata una sola proposta. Solo silenzio. E viene così ad essere ignorata la volontà di tanti cittadini, lavoratori e operatori della giustizia che vedono negli uffici un baluardo a tutela della legalità. A questo punto, visto che è necessario ‘salvare’ anche la sede del giudice di pace e quella dell’ufficio protesti, rilanciamo l’idea di realizzare nella ex colonia Vittorio Emanuele di lungomare Paolo Toscanelli la Casa della Cultura, dell’Integrazione e della Legalità”. 

“La Vittorio Emanuele deve diventare un simbolo per tutto il XIII municipio, la ‘Casa della Cultura, dell’Integrazione della Legalità’, proprio lì dove negli ultimi anni di legalità ne abbiamo vista poca. Deve diventare la sede dei principali servizi che una comunità debba fornire: la cultura, con la realizzazione della Casa della Cultura, del Teatro del Lido e della Biblioteca Elsa Morante; l’Integrazione, con la Mensa Caritas, la Moschea, la Chiesa e l’Ostello per i ragazzi; la Giustizia e la Legalità, con il collocamento delle tre sedi giudiziarie distaccate. Bisogna iniziare ad avere una visione complessiva di città, di società e di servizi da erogare”.