Consulta femminile, presentato il rapporto Bes2013
Le donne vivono più a lungo ma male, perché non si curano e, quindi, si ammalano più facilmente
Il Faro on line – E’ stato presentato ieri, lunedì 15 aprile, nel corso dell’assemblea della Consulta Femminile Regionale per le Pari Opportunità svoltasi presso la sede della Regione Lazio, il primo Rapporto Bes2013 (Benessere a Equo e Sostenibile) realizzato congiuntamente dal Cnel e dall’Istat con l’apporto di un Comitato di indirizzo cui la Consulta Femminile ha preso parte al fine di fornire una chiave di valutazione dei diversi domini in un’ottica di genere. Il lavoro svolto, che asseconda la tendenza ormai diffusa e supportata da iniziative e ricerche in tutto il mondo a misurare il benessere complessivo e non solo il Prodotto interno lordo (Pil), ha portato all’individuazione di 134 nuovi indicatori scaturiti da ben 12 differenti domini (salute, istruzione e formazione, lavoro e conciliazione dei tempi di vita, benessere economico, relazioni sociali, politica ed istituzioni, sicurezza, benessere soggettivo, paesaggio e patrimonio culturale, ambiente, ricerca e innovazione e qualità dei servizi) e, per la prima volta, consentirà al nostro Paese di disporre di uno strumento preciso e puntuale per analizzare la società italiana andando al di là dell’aspetto meramente economico.
Nel corso dell’affollata assemblea della Consulta, l’analisi al “femminile” dei dati del Rapporto, egregiamente esposti da Linda Laura Sabbadini dell’Istat e da Maria Teresa Salvemini del Cnel, ha rivelato che le donne vivono più a lungo ma male, perché non si curano e, quindi, si ammalano più facilmente; sono più istruite, sono più generose nell’offrire aiuti gratuiti alle altre persone sostenendo tutto il settore del volontariato; sono più a rischio povertà degli uomini. In merito all’occupazione hanno meno occasioni di lavoro retribuito e guadagnano meno; ma, se si somma il lavoro domestico a quello fuori casa, si può constatare che lavorano più degli uomini. All’incontro hanno partecipato le neo Assessori regionali alla Semplificazione, Trasparenza e Pari opportunità, Concettina Ciminiello, e al Lavoro, Lucia Valente, che hanno presentato i loro impegni per la promozione delle pari opportunità, la rappresentante del Dipartimento Pari Opportunità nazionale e le Consigliere di parità regionale e della provincia di Roma.
“Abbiamo voluto diffondere la conoscenza di questo nuovo strumento di valutazione del benessere della collettività italiana per le novità contenute nell’individuazione dei nuovi parametri che guardano alla realtà sociale, culturale e politica della nostra società e non solo al PIL – ha dichiarato la Presidente della Consulta, Donatina Persichetti – Il nuovo orientamento statistico assume in tutti i domini e parametri il concetto delle differenze di genere come presupposto indispensabile per individuare le diverse esigenze e precostituire le risposte politiche capaci di dare l’effettiva cittadinanza sia alle donne che agli uomini. Sarà compito della Consulta femminile essere da pungolo alle Istituzioni per raccogliere queste indicazioni statistiche e agire in risposta ad una società in continua evoluzione”. Da una prima analisi al “femminile” dei dati del Rapporto, esposti da Linda Laura Sabbadini dell’Istat e da Maria Teresa Salvemini del Cnel, è emerso che le donne vivono più a lungo ma male perché non si curano e, quindi, si ammalano più facilmente; sono più istruite, sono più generose nell’offrire aiuti gratuiti alle altre persone sostenendo tutto il settore del volontariato; sono più a rischio povertà degli uomini. In merito all’occupazione hanno meno occasioni di lavoro retribuito e guadagnano meno; se si somma infine il lavoro domestico a quello fuori casa, si può constatare che lavorano più dei maschi.
La vicepresidente, Federica De Pasquale, che in questi 18 mesi ha rappresentato la Consulta all’interno del Comitato d’indirizzo, nel ringraziare per l’opportunità avuta, ha voluto evidenziare la peculiarità dei singoli domini, sottolineando come rappresentino esattamente il tessuto della società italiana e non meno gli articoli della nostra Costituzione: “un intenso lavoro svolto con grande lungimiranza perché tiene conto dei mutamenti della realtà in cui viviamo, la quale – ha precisato De Pasquale- necessita di una diversa metodologia nella valutazione di tanti aspetti che coinvolgono la vita quotidiana”. Le conclusioni sono state affidate alla vicepresidente Patrizia Germini che ha evidenziato come sia stata importante la scelta di porre la questione e la valutazione di “genere” come elemento trasversale di ogni dominio, potenziando il significato degli indicatori rispetto alla condizione femminile.
Commentando gli interessanti contributi raccolti nel corso dei lavori, particolare attenzione è stata posta alla speranza che il “rapporto” inizi ad essere conosciuto, discusso e utilizzato in ogni ambito auspicando in particolare che le imprese di ogni dimensione ed ogni settore vengano coinvolte in questo processo di cambiamento culturale e di approccio alla gestione di una governance più partecipata e sostenibile da parte di tutti gli attori di un territorio . “In questo periodi di forte crisi – si legge nel messaggio inviato alle organizzatrici dal presidente della Regione, Nicola Zingaretti – è opinione sempre più diffusa che la misura della salute di un sistema economico non si può basare soltanto sui metodi di valutazione tradizionali quali il Pil, ma bisogna considerare alcuni elementi come il benessere, la sostenibilità delle scelte, la solidarietà. Sulla base di questa valutazione – conclude la nota – abbiamo impostato un programma di governo orientato all’innovazione, alla salute del tessuto imprenditoriale, ma anche alla qualità dell’ambiente, alla valorizzazione del territorio, all’eliminazione di qualsiasi forma di esclusione come timone di rilancio dell’intera Regione. L’affermazione delle pari opportunità non rappresenta un capitolo a sé stante, ma un elemento fondamentale di questa strategia”.