“Ospedale Grassi, personale ridotto all’osso”

19 aprile 2013 | 00:50
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“Ospedale Grassi, personale ridotto all’osso”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento di Lucio Di Camillo, dirigente UIL FPL ASL Roma D

Il Faro on line – In cardiologia (con 16 posti letto) 2 persone sono assolutamente insufficienti, vista la mole di lavoro, ad assistere tutti questi pazienti, dove la metà di questi sono collegati a un monitor di controllo. Ancor piu’ grave la situazione in UTIC, in questa unità di terapia intensiva cardiologica ci sono 6-7 pazienti gravi!! E due infermieri per turno sono assolutamente inadeguati per prestare un assistenza corretta  e attenta a questo tipo di malato, infatti il decreto della Regione Lazio del 10/11/2010 n°90 prevede 3 Infermieri per turno : detto ciò mancano circa 10 Infermieri all’appello solo per Cardiologia e UTIC.Stessa situazione in altri reparti del Grassi, dove ormai ogni giorno gli operatori eseguono fino a 17 ore di lavoro consecutive (poi ci scandalizziamo in televisione quando scoprono laboratori cinesi dove i lavoratori fanno tutte quelle ore).

In questi giorni ho sentito dire da dirigenti cose che non avrei mai voluto , come la chiusura di presidi/servizi/ambulatori, noi della UIL FPL siamo contrarissimi, come siamo contrari alla chiusura di posti letto, anche se fosse un solo posto, visto l’enormità del bacino di popolazione del nostro territorio. Su questo faremo le barricate!

Le nostre proposte ancora non sono state prese in considerazione, come per esempio il collocamento di buona parte dei 45 lavoratori dell’INRCA che ancora non sappiamo cosa stanno facendo sul territorio invece di essere in ospedale. Tra questi anche molti con limitazioni/prescrizioni possono lavorare come terza unità Infermieristica, a meno di casi particolari non c’e’ nessuna legge che lo impedisca.  E poi attraverso la ricognitiva del personale eliminare tutte le anomalie create in questi anni dall’errata gestione delle risorse umane, dove c’e’ stato per esempio un eccessivo spostamento di risorse giovani,sane, a volte anche appena assunte sul territorio. Infatti la cosa paradossale che nei reparti ci possiamo trovare persone con limitazioni/prescrizioni,mentre sul territorio persone sane ;chi ha gestito cosi la cosa pubblica? Si può fare a meno di favoritismi? Ci sono delle stranezze anche sul la collocazione del personale che fanno pensar male. Perchè è accaduto questo? Perchè ancora non si corre ai ripari?

Noi della UIL FPL siamo pronti a confrontarci con queste idee a costo zero per l’azienda , noi siamo lontani da logiche clientelari e di comodo. Ma facciamo presto gli Infermieri non aspettano,l’errore è sempre in agguato, e a questo punto la responsabilità non sarà solamente dell’operatore ma anche di chi lo ha lasciato in queste condizioni.

Lucio Di Camillo
Dirigente UIL FPL ASL Roma D