Ferrovia Roma-Lido, il “flop” delle barriere antirumore

26 aprile 2013 | 15:00
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Ferrovia Roma-Lido, il “flop” delle barriere antirumore

Il comitato OstiAttiva denuncia numerose irregolarità nel progetto esecutivo

Il Faro on line – Il 22 aprile il comitato OstiAttiva ha presentato un esposto-denuncia alla Procura Regionale della Corte dei Conti in merito ad alcune irregolarità presenti nel progetto di lavoro sulle barriere antirumore adiacenti la ferrovia Roma-Lido. I membri del comitato, in seguito all’analisi dei documenti, hanno appurato una serie di illeggittimità di varia natura, evidenziando come quest’opera non possa esser considerata di interesse pubblico, e considerando lo spreco di denaro per un intervento che non garantisce gli obiettivi per cui viene realizzato.

“La prima anomalia riscontrata – spiegano – riguarda il non rispettato ordine di priorità negli interventi: i documenti affermano che che il primo intervento deve esser realizzato per la sistemazione delle fonti di rumore quali binari e treni; solo se questi non elimineranno il problema dell’inquinamento acustico allora si potrà intervenire con la realizzazione delle barriere antirumore”.

“Inoltre si sarebbero potuti finanziare altri interventi molto più urgenti sulla linea: l’opera è a carico del capitolo di spesa che riguarda il Trasferimento dello Stato per l’ammodernamento e potenziamento tecnologico delle linee di interesse regionale e locale, e la priorità sarebbe dunque potuta essere per lavori come la riprofilatura delle rotaie per abbattimento del rumore (analogo intervento è stato effettuato in Trentino Alto Adige con conseguente diminuzione dell’inquinamento acustico), potenziamento dell’informazione all’utenza anche mediante avvisatore di ritardi, climatizzatore dei vagoni, incremento del personale macchinista con conseguente aumento della frequenza dei treni, maggiore manutenzione delle stazioni e degli impianti e mantenimento in esercizio sulla linea dei treni più nuovi.

Non è inoltre stato rispettato il termine temporale al quale era legata una parte del finanziamento: gli oltre due milioni di euro provenienti dai finanziamenti CIPE, infatti, erano inizialmente vincolati all’apertura del cantiere entro il 31 dicembre del 2010, ma a quella data non era pronto neanche il progetto esecutivo e i lavori hanno visto il loro inizio solo nella primavera del 2012″.

“Vi sono gravi difformità di livello ambientale tra progetto esecutivo e progetto definitivo: nel progetto definitivo approvato nel febbraio 2010 in Conferenza di Servizi, gli alberi di alto fusto da abbattere sarebbero dovuti essere circa 25 e con il progetto esecutivo sono diventati 126; il materiale dei pannelli fonoassorbenti doveva essere alluminio mentre è diventato calcestruzzo, e l’altezza massima della barriera, da 4 metri, è diventata quasi 6 metri”.

“Ultima, ma non meno importante irregolarità, concerne il non raggiungimento degli obiettivi primari dell’opera: secondo lo studio acustico di ATAC, infatti, in alcuni tratti neanche dopo la realizzazione delle barriere il rumore rientrerebbe entro i limiti di legge a fronte di un impatto devastante e di un deprezzamento del valore degli immobili situati nelle adiacenze della ferrovia”.