Suonare la carica non sposta il traffico

27 maggio 2013 | 08:02
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Suonare la carica non sposta il traffico

Il Faro on line – “Il dispositivo di segnalazione acustica deve essere usato con la massima moderazione e solamente ai fini della sicurezza stradale. La segnalazione deve essere la più breve possibile”. Con questo comma esordisce l’art. 156 del Codice della Strada il cui contenuto disciplina (…o tenta di farlo) l’uso di quello che, volgarmente, è definito “clacson”!

Nei commi seguenti viene anche specificato il divieto di utilizzo del dispositivo per quelli che, invece, sono proprio i motivi più frequenti nel quotidiano; leggendo che, ad esempio, è vietato servirsene per protestare contro il comportamento spregiudicato dell’eventuale imbecille di turno, appare chiaro quanto il disposto dell’art. 156 sia disatteso.Per coerenza e onestà intellettuale, tutti, ma proprio tutti dobbiamo ammettere che almeno… più di una volta abbiamo derogato al divieto perentorio sancito dal Codice e, sempre per coerenza e onestà intellettuale, dobbiamo ammettere che abbiamo sempre scaricato la responsabilità su chi, col suo comportamento – anche se idiota quanto vogliamo – ha suscitato la nostra indignazione (per la quale abbiamo sempre un’attenuante) spingendoci ad attaccarci al clacson nella convinzione che più a lungo è protratto lo “strombazzamento”, più chiaro ed inequivocabile appare il nostro disappunto.

Nello stabilire che sono esonerati dal divieto coloro che trasportino feriti a bordo, la norma stabilisce anche la sanzione pecuniaria per chi trasgredisce, attribuendo il valore di 41,00 € ad “esecuzione”; inutile dire che la notifica di un eventuale verbale redatto all’uopo dall’agente di turno, scatenerebbe la solita sequela di improperi, imprecazioni e battute più o meno colorite sulla “eccessiva rigidità” nei nostri confronti, farcita delle solite frasi del tipo: “…invece di preoccuparsi delle cose serie!”.Ora, che quanto sopra accada pressoché quotidianamente è sotto gli occhi, o meglio, gli orecchi di tutti, ma, per quell’”infinità della stupidità umana” che costituiva certezza assoluta per il vecchio Albert Einstein, la versione peggiore dell’essere umano, ovvero l’”automobilista”, riesce a fare davvero di più! 

Gli ingorghi cittadini sono estremamente frequenti; di solito in particolari periodi dell’anno, come quelli delle festività o delle vacanze estive, ma a volte basta un piccolo intoppo come ad esempio, un veicolo in avaria, per bloccare tutto. Stante l’assoluta incapacità degli automobilisti, di darsi una disciplina, ecco l’intervento degli agenti, in genere quelli della Municipale, che, al di là di luoghi comuni (per non dire “idioti”!) – del tipo “C’è il vigile, ecco perché non i cammina!” – fanno davvero in modo che, seppur lentamente, tutti si muovano. Ecco allora che gli automobilisti, per fortuna solo alcuni, si aggrappano al comando del clacson dando luogo a sconcertanti “concerti di trombe” e nessuno può negare che sia un tipo di musica – forse l’unica – che dà davvero ai nervi. 

Sembrerebbe ciò avvenisse nella convinzione che suonando, all’auto spuntino le eliche come un elicottero, dandole modo di volare via, ma ovviamente è solo un voler dare sfogo alla propria rabbia e al proprio senso di impotenza, noncuranti che, così facendo, si costringono gli altri a “sopportare”. A questo punto però, la domanda è: ma se “non è giusto per alcuni, trovarsi imbottigliati nel traffico”, in base a quale principio di equità è giusto che gli altri – e per primi coloro che, in mezzo alla strada, cercano di risolvere la viabilità – debbano sopportare lo sfogo di nervi di un certo, per fortuna esiguo, numero di str…ani?! 
Paolo Boncompagni