Anomalie cardiache in 5 bambini su cento

20 giugno 2013 | 15:00
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Anomalie cardiache in 5 bambini su cento

Un’indagine su 700 bimbi da 3 a 10 anni indica che non pochi hanno anomalie all’elettrocardiogramma. Molte sono di lieve entità

Il Faro on line – – Il cuore di 5 bimbi su 100 fa brutti scherzi: uno screening con un semplice elettrocardiogramma di tutti i piccoli delle scuole materne e primarie del Comune di Santa Marinella, in Lazio, condotto dai medici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, ha dimostrato che le anomalie cardiache sono relativamente frequenti nei più piccini e anche che sono del tutto sconosciute ai bimbi e ai loro genitori.

STUDIO – L’indagine è stata svolta nell’ambito di un progetto per la prevenzione della morte cardiaca improvvisa in tre scuole del Comune laziale: per quattro settimane un team di esperti dell’unità di Aritmologia Pediatrica del Bambino Gesù della sede di Palidoro ha esaminato 695 piccoli dai 3 ai 10 anni, sottoponendoli a un semplice ECG che in nove casi su dieci era per loro il primo esame cardiologico. I risultati indicano che i piccoli con anomalie non sono proprio pochissimi: 40 su 695, pari al 5,7 per cento. Per fortuna in maggioranza si tratta di problemi di scarsa entità: 30 bimbi (il 4,3 per cento del totale) avevano infatti disturbi lievi della conduzione cardiaca o extrasistolia. Solo l’1,4 per cento (10 bambini) aveva problemi seri come l’intervallo QT lungo, la pre-eccitazione ventricolare o il pattern di Brugada, un problema che in una piccola percentuale di casi può portare a morte improvvisa; a nessuno di questi piccoli però era mai stata fatta la diagnosi in precedenza, nessuno dei loro genitori sospettava che avessero problemi cardiaci.

SCREENING – Il progetto del Bambino Gesù a Santa Marinella vuole essere una prima sperimentazione di un modello che possa magari essere esportato in realtà più grandi: testarlo su una piccola popolazione e in sole tre scuole infatti aiuta a individuare meglio i punti critici e a ipotizzare soluzioni. Perché il sogno dei cardiologi è poter fare uno screening elettrocardiografico nella prima infanzia nelle scuole di tutta Italia, anche se in tempi come questi pare sinceramente difficile che possano essere stanziati soldi per un progetto simile su larga scala, nonostante il basso costo e la semplicità dell’ECG. «Lo screening cardiologico entro l’infanzia permette di individuare la alterazioni tipiche delle sindromi che provocano aritmie e che possono causare morte improvvisa in una fase della vita in cui i sintomi si manifestano solo raramente – spiega Fabrizio Drago, responsabile dell’unità di Aritmologia Pediatrica del Bambino Gesù di Palidoro -. Riconoscerle consente di avviare, nei casi selezionati, trattamenti specifici per far sì che le alterazioni del ritmo non si traducano in sintomi e soprattutto non possano sfociare in una morte improvvisa». Si potrebbero perciò “risparmiare” alcune delle morti che avvengono ogni anno sui campetti sportivi, con uno screening tutto sommato semplice: in assenza di sintomi particolari pochissimi bambini vengono sottoposti a ECG, ma come mostrano i risultati dell’indagine in questo modo “sfuggono” alla diagnosi anche i pochi che hanno problemi seri. Se le percentuali rilevate nel Comune laziale fossero le stesse in tutta Italia, infatti, poco meno di 50mila bimbi fra 3 e 10 anni potrebbero avere un disturbo cardiaco rilevante senza saperlo.