Premio di responsabilità contro il gioco d’azzardo

1 luglio 2013 | 16:28
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Premio di responsabilità contro il gioco d’azzardo

Il Faro on line – Tre importanti esercizi commerciali di Viterbo hanno ricevuto questa mattina il Premio di responsabilità sociale contro la diffusione del gioco d’azzardo nel territorio della Tuscia: sono il Caffè Grandori a piazza della Rocca, la Caffètteria Ciccarelli in via Marconi e il Buffet della Stazione di Porta Romana in via Mariano Romiti. A consegnare il riconoscimento c’erano l’assessore alle Politiche sociali di Palazzo Gentili, Paolo Bianchini; il direttore del distretto sanitario di Viterbo, Antonella Proietti, in rappresentanza della direzione generale della Asl di Viterbo; il dirigente del Sert, Anna Rita Giaccone; il sociologo della Provincia, Luca Piras; Gianfranco Fragomeni, in rappresentanza dell’associazione Polis. Tale iniziativa nasce dalla volontà dei gruppi AMA (Gruppi di Auto-Mutuo-Aiuto per giocatori d’azzardo eccessivi e per i loro familiari di Viterbo e Tarquinia, realizzati in collaborazione da Provincia e Asl di Viterbo), su sollecitazione dei familiari degli utenti, di sensibilizzare l’opinione pubblica in merito ad una vera e propria epidemia sociale che ha gettato sul lastrico centinaia di persone.

“Con questo riconoscimento vogliamo dare dimostrazione che chi vuole dare il buon esempio c’è – afferma l’assessore Bianchini -. Questi esercenti hanno scelto di non installare o di rimuovere dai propri locali le macchinette slot machine e crediamo sia giusto dare visibilità a queste gestioni virtuose. La patologia del gioco d’azzardo, oggi diffusissima anche grazie alla rete web, è un costo sociale per l’intera collettività, quindi la Provincia ritiene doveroso premiare chi contribuisce al superamento del problema”. La dottoressa Giaccone si è detta molto soddisfatta dell’iniziativa, proposta dai familiari dei giocatori d’azzardo che partecipano ai Gruppi AMA. “Parliamo di persone che hanno perso centinaia di migliaia di euro – spiega -. Il gioco è una patologia, una malattia vera e propria e come tale necessita di interventi del servizio pubblico”. Dello stesso parere la dottoressa Proietti, che punta sull’importanza della rete di sostegno a cgi è vittima del gioco. “L’approccio per affrontare tali patologie deve essere diverso – aggiunge -, serve una rete sociale composta da tecnici sanitari, società civile, istituzioni, associazioni, per un intervento sinergico che vada oltre lo schema sintomo, diagnosi, terapia. Si deve incidere sul cambiamento dei comportamenti, e per questo serve l’aiuto della comunità, come in questo caso”.

Il rappresentante dell’associazione Polis ha poi sottolineato l’importanza di evitare che i giocatori eccessivi e le loro famiglie si chiudano nel proprio isolamento. ”Questi bar vanno premiati per la scelta etico-morale che hanno fatto – conclude il dottor Luca Piras -, hanno deciso di non guadagnare sul dramma e la disgrazia delle persone. La gente deve sapere che c’è chi si oppone a questa follia delle macchinette mangiasoldi che ormai sono in ogni bar, in ogni tabaccheria, dappertutto. Vogliamo ringraziare di cuore chi c’è vicino in questo problema e siamo sicuri che tante altre attività commerciali si candideranno per ricevere questo premio”. Secondo un recente studio effettuato proprio da Piras, sul territorio della Tuscia le persone affette dalla sindrome del gioco d’azzardo compulsivo (GAP) potrebbero essere circa 2800. Una cifra allarmante.

E’ stato, tuttavia, anche notato che questa forma di lotta al gioco d’azzardo messa in campo dalle istituzioni, dai Gruppi AMA e dagli utenti stessi presenta due aspetti inediti ed originali: il primo è costituito dai soggetti promotori, che sono le stesse vittime del problema gioco, i loro familiari e gli ex-giocatori, i quali hanno costituito un comitato spontaneo affiancato da Provincia e Asl, che si sono impegnate per prime nel versante della cura e riabilitazione sociale; l’altro aspetto è costituito dall’obiettivo di costruire un inedito legame tra questi soggetti sociali e pubblici e le attività economiche e commerciali. Un mix esplosivo in grado di colpire il cuore del fenomeno cioè i profitti provenienti dalla diffusione delle slot sul territorio. I titolari delle attività commerciali premiate si sono detti soddisfatti ed orgogliosi della propria scelta, che privilegia l’aspetto etico piuttosto che quello economico. La speranza ora è che tale esempio possa essere seguito anche da altri.