Investire per crescere. Ma tutti insieme

8 luglio 2013 | 04:46
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Investire per crescere. Ma tutti insieme

Inutile parlare di turismo se la città si presenta con le serrande abbassate e gli stabilimenti obsoleti

Il Faro on line – Vuoi fare il duplicato di una chiave? Tutto chiuso. Vuoi fare una fotocopia? Anche. Il sabato pomeriggio gran parte di Fiumicino sembra una città morta. E questo nonostante siamo in pieno luglio, stagione turistica per eccellenza. Poi ti fai un giro per il lungomare della Salute e vedi stabilimenti obsoleti, con giochi per bambini e spazio giochi risalente a qualche annetto fa. Per fortuna non in tutto il territorio comunale è così: andando verso nord si trovano servizi migliori e un’offerta “dedicata” alla clientela. E anche qualche iniziativa che prova a mettere insieme diverse realtà. Ma qui non voglio esaminare i balneari in sé, piuttosto credo sia giusto richiamare tutti gli operatori commerciali ad una presa di coscienza collettiva: o ci si organizza oppure si viene travolti.

Sono tanti gli elementi che inducono ad una svolta. 
1) Il periodo di crisi inevitabilmente porta ad una diminuzione del numero di turisti; meglio dunque essere appetibili,  soprattutto nei confronti di chi può spendere. L’alternativa è ritrovarsi pieni di un turismo mordi e fuggi low cost o, peggio, vuoti.
2) La concorrenza sleale dei vu cumprà che, se una volta si limitavano a qualche collanina, oggi portano dietro interi settori merceologici: abbigliamento, oggettistica, bigiotteria, articoli da mare, radio e cd. Se non ci si mette un freno, il già scarso mercato non può che affondare.
3) I centri commerciali restano paerti sempre, fino a sera, anche la domenica. Lamentarsi delle scelte fatte in passato può essere uno sfogo ma non ha alcuna utilità sul bilancio di vendita.

Per superare questo terribile trittico c’è bisogno di contrastare punto per punto, ed ecco allora altri tre pensieri:
1) le unioni dei commercianti non devono essere solo di facciata, ma vere e proprie organizzazioni imprenditoriali allargate, nelle quali ciascuno, sul proprio, investe denaro per migliorare l’offerta generale. Inutile avere un albergo a 4 stelle in mezzo ad una favela.
2) i negozi devono stare aperti, la città deve essere viva evivace, se si vuoleattrarre il pubblico. So che questo comporta ulteriori sacrifici e costi di gestione, ma va individuato un obiettivo, e capire se il gioco vale la candela. Altrimenti poi è inutile lamentarsi che l’economia locale si fonda sui mesi estivi e poi non approfittarne a dovere.
3) Il Comune deve fare la sua parte. Il controllo sulla legalità, la facilitazione burocratica, l’organizzazione di eventi, la pubblicizzazione degli stessi, la pulizia del territorio sono tutte componenti che, messe assieme, possono aiutare a raggoiungere quel risultato finale che altro non è che la crescita dell’ìeconomia locale.

Dunque ognuno faccia la propria parte. Al turista non interessa chi è oggi al governo o chi c’era ieri, se un negoziante ha probemi oppure no; il turista chiede servizi, occasioni, motivi per restare nel territorio e spendere con soddisfazione. E non parlo solo di ristorazione. Sta a noi – tutti noi – darglieli.

Angelo Perfetti
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