Costato quattro milioni, a Pomezia il museo allo spreco 

11 luglio 2013 | 14:05
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Costato quattro milioni, a Pomezia il museo allo spreco 

L’INCHIESTA – Disegnato da Marco Petreschi architetto di fama internazionaleil progetto è finitoin un nulla di fatto

Una distesa di piloni di cemento armato, un vecchio granaio fatiscente e una gru abbandonata. Si presenta così il Teatro-Museo disegnato da Marco Petreschi, architetto di fama internazionale per la città di Pomezia famosa per essere uno dei più importanti poli chimico-farmaceutici d’Italia. Il progetto, che ha vinto un concorso internazionale voluto dal piccolo ma ambizioso comune alle porte di Roma, se fosse stato completato non avrebbe avuto nulla da invidiare al Getty Museum progettato da Richard Meier per Los Angeles. E invece no. Dopo dieci anni dalla posa della prima pietra e quattro milioni di euro di fondi pubblici spesi, un quarto del valore complessivo dell’opera stimato intorno ai 16 milioni, il polo culturale è rimasto un grande incompiuto. Si intravedono solo volume e forma di quello che sarebbe dovuto essere. I lavori si sono fermati dopo appena quattro anni. I fondi, tutti stanziamenti regionali e comunali, sono come per incanto spariti dalle voci di bilancio dell’amministrazione, forse distratti dal progetto internazionale e destinati a far fronte ad altre esigenze della macchina amministrativa.

La responsabilità riguarda tutte le forze politiche che hanno governato Pomezia in questi ultimi dieci anni. Il comune è stato gestito prima dal centrosinistra, poi dal centrodestra e ora è nelle mani dei grillini con l’elezione del neo sindaco, Fabio Fucci. Eppure il progetto, che prevedeva la costruzione di un teatro multifunzionale da 600 posti, di un museo archeologico da 2500 metri quadrati, una scuola di danza e di recitazione, un parco urbano, bookshop, caffè, negozi, oltre al recupero di un capannone industriale disegnato da un altro grande architetto italiano oggi novantenne, Lucio Passarelli, è stato pubblicato da tutte le più importanti riviste di architettura del mondo. Doveva essere l’esempio di come sia possibile far convivere archeologia industriale e moderna architettura, le tegole di cotto che rivestono il granaio di Passarelli con linee e materiali più moderni come il cemento armato, l’acciaio e il vetro.

E’ stato questo il valore in più che ha fatto vincere il progetto di Petreschi, ordinario di Composizione Architettonica alla facoltà romana di Valle Giulia, e noto per aver firmato il grande palco realizzato nell’anno del Giubileo a Tor Vergata in occasione della Giornata mondiale della Gioventù. Ora Pomezia rischia di perdere la sua grande occasione, quella di portare un po’ di cultura dentro a una città di fondazione. Il museo archeologico del Polo culturale avrebbe dovuto ospitare centinaia di reperti pre-romani che raccontano la storia di Enea sbarcato dalla Grecia a Lanuvio. Ora quei reperti sono chiusi a chiave nei sotterranei del comune e sembrano destinati a non vedere la luce. Nonostante le sollecitazioni di Petreschi, preoccupato di veder morire la sua creatura non ancora nata, dal comune non arrivano risposte. 
Francesca Malandrucco
La Notizia