L’ombra di parentopoli sui terreni demaniali

12 luglio 2013 | 09:23
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L’ombra di parentopoli sui terreni demaniali

Dopo l’attentato scattano i controlli. Le Salzare nel mirino. La patata bollente arriva in commissione Attività Produttive

Il Faro on line – Due giorni dopo l’attentato incendiario sono iniziati da parte della polizia municipale e dei carabinieri della locale tenenza  i controlli sulle attività commerciali delle Salsare nella zona di giurisdizione della stessa tenenza. A coordinare i controlli il comandante Giuseppe Sciaudone della municipale e il luogotenente Antonio Landi comandante della tenenza. Controllate una vetreria, una carrozzeria e una rivendita di legna; ai titolari delle attività è stato chiesto di presentare i documenti in loro possesso che gli stanno permettendo di stare aperti.Questi documenti sono gli stessi chiesti quattro anni fa, e pur non avendo presentato alcun atto di proprietà o permesso a costruire in sanatoria (e dunque non avendo potuto mostrare alcun documento…) le attività hanno continuato ad operare.

Di fatto su questi terreni non è possibile fare atti di proprietà o ottenere permessi a costruire e municipale, carabinieri e lo stesso ufficio commercio sanno bene che nessuno ha l’agibilità o “scia commerciale” che permetterebbe di essere regolarmente aperti. In caso di contenzioso vani sarebbero gli eventuali ricorsi al Tar, non potendo giustificare il possesso del terreno perché demanio civico, non essendoci né possesso diretto, né permesso a costruire in sanatoria.

Uno dei commercianti della zona incriminata spiega che durante la campagna elettorale i politici hanno promesso una rapida risoluzione dell’affrancazione dell’uso civico e il trasferimento dei terreni alle persone occupanti, come è avvenuto per i terreni della Banditella Alta; ma  la speranza ormai per noi è persa. Va comunque detto che lunedì prossimo è stata convocata la commissione consiliare delle attività produttive presieduta dal presidente  Alessandro Quartuccio per cercare con i vari dirigenti, compreso quello all’urbanistica che è di controllo sulle attività edilizie, di capire come far stare aperte le attività pur non avendo tutti i requisiti. Una soluzione potrebbe essere cercare di applicare quanto previsto dalla discutibile delibera consiliare n. 21. Una commissione consiliare che alcuni politici credono non verrà neppure aperta, sia per la delicatezza della questione, sia ormai  per l’occhio della Magistratura sulla questione risvegliata proprio dall’attentato incendiario, sia per la probabile incompatibilità di alcuni membri i cui diretti parenti hanno capannoni industriali attualmente abusivi (e su cui pende il rischio di un’ordinanza di demolizione),  affittati a società per la vendita di mercanzie varie, o perché parenti di assegnatari o occupanti di terreni del demanio. Insomma interessi diretti di parenti di primo grado o addirittura propri.
Luigi Centore