“Di cosa vivono i nostri amministratori?”

16 luglio 2013 | 00:58
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“Di cosa vivono i nostri amministratori?”

L’interrogativo del presidente dell’associazione Civiltà, Mauro Porcelli

Il Faro on line – “In ogni parte del Mondo e da tempo anche nella nostra amata Italia, è buona norma rendere pubblici i redditi di chi ci amministra. Piuttosto che deliberare  mozioni per test anti droga “ volontari/spontanei”, quasi a dare spiegazioni che ai cittadini portano poco nelle proprie economie, pensiamo sia opportuno pubblicare i redditi di chi ci amministra”. E’ quanto afferma Mauro Porcelli, presidente dell’associazione Civiltà. “Da tempo portiamo avanti questo principio, durante le scorse amministrative abbiamo dato l’esempio a dimostrazione di chi ha ben chiari programmi e cose da fare. Facendole! Su facebook si possono leggere molte proposte dei cittadini, alcune chiedono di conoscere programmi seri  e scevri da interessi e beni personali, soprattutto non vogliono che ad amministrali vi siano persone che ‘hanno fame’. Si proprio questo chiedono!E’ una situazione di tutta evidenza ed il popolo ha il diritto di sapere se fidarsi, se alle parole seguono fatti concreti di persone che hanno una credibilità e non sono ricattabili.E si, leggiamo ogni giorno di amministratori o uomini dello Stato che per fame si fanno condizionare e condizionano – a loro volta – la vita democratica del sistema sociale nel quale hanno ruoli, procurando danni irreversibili ad una società ormai al collasso”.

“Evitiamo di far pensare che nel nostro paese ci siano taluni soggetti inclini a condizionare appalti e servizi, fino a compiere atti illegittimi per raggiungere risultati disonesti e danneggiare onesti cittadini.E’ questo ciò che ci si aspetterebbe da un amministratore per bene ed in buona fede, che rendesse noti i propri redditi sgombrando il campo dalle tante illazioni che rendono il nostro paese avvolto nella nebbia del malcostume.Ad Ardea si mormora da tempo di questo o quel personaggio che non lavora, mai ha lavorato e non ha redditi, ma ciò nonostante utilizza autovetture costose, sfoggia vestiario firmato, orologi e gioielli di pregio, concedendosi viaggi e crociere di gran lusso. Va da sé che, se chi amministra la cosa pubblica possiede quanto sopra a fronte di un reddito irrisorio od inesistente, delle due l’una: o ricicla denaro o beni di provenienza illecita – quindi delinque – oppure evade il fisco – e quindi delinque lo stesso –Per evitare che i cittadini confondano l’amministratore della cosa pubblica di professione – facilmente mosso non sempre dal fine istituzionale nelle proprie azioni politiche – da chi invece ha già di che campare, sarebbe opportuna, ed anzi doverosa, la pubblicazione di redditi, che peraltro aiuterebbe molto le forze dell’ordine, le quali potrebbero concentrare le loro attenzioni verso quanti si sottraggono, mantenendo uno status sociale in contrasto con i redditi inesistenti o insufficienti, circostanza che di recente ha spinto il legislatore ad estendere uno strumento come le misure di prevenzione anche agli evasori fiscali.Tutto questo, anche  a non voler pensare male, stride con le notizie che si rincorrono e rende indifendibile e/o attaccabile una intera classe politica che nulla ha a che fare con il malcostume”.

“Poiché siamo abituati a dire le cose con chiarezza ed a pensare positivo, chiediamo a quanti siedono i banchi del Consiglio di approvare una mozione per la pubblicazione online di redditi di chi amministra il paese, degli ultimi cinque anni. La retroattività è indispensabile, giacchè la maggior parte di chi amministra o siede in giunta, è li da diverso tempo e soltanto così darebbe certezza di trasparenza.Il nostro appello non vuole essere strumentale, vuole soltanto tracciare una linea chiara tra quanti si interessano di sociale senza lucro e – spesso – vengono messi sullo stesso piano di chi è poco trasparente o ha qualcosa da nascondere.

“In tempi di spendig review, crediamo sia improcrastinabile dare risposte. Siamo convinti che il nostro paese nel prossimo futuro, sarà  amministrato da persone sane, senza scheletri negli armadi, in grado di dare al paese un impulso positivo e “non trasmettergli la fame”.Siamo convinti che ad Ardea nessuno abbia motivo di nascondere tali dati, anzi sarà motivo di dibattito pubblico che contribuirà – senza dubbio – a chiarire tante situazioni che tengono il Comune sotto una strana luce.Il nostro appello, naturalmente, viene esteso a tutte le forze sane del territorio, affinchè siano parte attiva in ogni sede”.