Adr sposta il punto ristoro, operai Sodexo in protesta

23 luglio 2013 | 17:35
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Adr sposta il punto ristoro, operai Sodexo in protesta

Una mensa chiude i battenti e oltre sessanta lavoratori sono a rischio impiego

Il Faro on line – La crisi c’è, e c’è per tutti. I tagli si fanno sentire, i sacrifici sono un obbligo. A dominare l’ambiente lavorativo sono la protesta, il disordine e la confusione. Spostamenti e “monopoli” pro-risparmio stanno coinvolgendo a macchia d’olio gruppi su gruppi di lavoratori e, questa mattina, in prima fila ai piedi degli uffici del grande conglomerato, si facevano sentire tra fischietti, slogan e grida gli operai della ditta Francese Sodexo.
Sodexo offre servizi di varia natura ad aziende, enti sanitari, scuole e altre attività, e circa un anno fa, spiegano le operaie Erika Leutini e Orietta Paoletti, ADR le ha concesso in subappalto ben tre mense. Da questa concessione ha preso il via un crescente incasso di perdite di clientela: per primi gli operai di ADR, le cui pause pranzo sono state “delocalizzate” presso punti ristoro come Autogrill e Spizzico; poi i privati, che a causa dei tagli alle navette atte a trasportarli presso la mensa hanno anch’essi abbandonato il cibo dei 92 operai. Ora, ad usufruire dei servizi della mensa, è rimasta solo Alitalia. Ma Alitalia soffre di crisi come tutti gli altri, e per non licenziare attua il cosiddetto “sistema solidarietà”: ogni lavoratore rinuncia a cinque giorni di lavoro al mese (che passa a casa), e tutti  guadagnano un po’ di meno senza tuttavia perdere l’impiego. Come si possono evitare tagli alle mense, se il primo bene “trinciato” dalla grande forbice è proprio il lavoro? Ecco che per aiutare Alitalia si è giunti ad accordi con Sodexo: da domani si ridurranno i pasti notevolmente, e più di sessanta operai si troveranno in condizione di esubero.
“Il problema – afferma Ienco, rappresentante sindacale di CISL e FISASCAT – è il costo d’affitto eccessivamente alto delle strutture prese in subappalto da Sodexo, e il ‘blocco’ che quest’ultima va a creare in ambito di posti lavorativi”. Il contratto stipulato tra ADR e la società francese, infatti, implica la possibilità per quest’ultima di abbandonare le strutture in caso non si raggiunga una sufficiente percentuale di clientela, e una delle tre mense che a breve chiuderà battenti (la “Hunger”), non verrà tuttavia abbandonata dalla società onde evitare “concorrenze che potrebbero abbatterla ulteriormente”.
“Ancora una volta – afferma la rappresentante sindacale di CISL Angela Pace – le grandi aziende vanno a ‘ripararsi’ dalla crisi tagliando la testa al corpo lavorativo ed aumentando la situazione di disagio già critica. C’è l’esubero, si vuole licenziare, ma operai e operaie continuano a lavorare senza tregua e senza avere la possibilità di usufruire dei roll”.
E la situazione va a colpire le famiglie, le mamme, i papà, le spese insostenibili che l’insicurezza nel lavoro va ad aggravare inesorabilmente: Maria Rosaria Esposito ha un mutuo da pagare, figli da mantenere e 54 anni sulle spalle che si porranno come grande problema per trovare un altro lavoro; Annarita Angelone è una ragazza madre con una figlia da dover crescere e un lavoro che svanisce lentamente; Maria Ernesti è divorziata ed ha tre figli, da quattro anni lava solo pentole e vive una situazione di disagio quotidiano nell’ambiente di lavoro trascurato e poco seguito: “Il personale è ridotto e i macchinari sono rotti – afferma – molti commensali hanno spesso rifiutato i pasti a causa della bassa qualità del cibo e dei servizi, siamo completamente abbandonati dal ‘vertice operativo’ e ad ogni richiamo da parte nostra corrisponde una non-risposta da parte loro”.
Il basso contatto all’interno dell’ambiente lavorativo, però, non si limita ai rapporti tra amministratori e lavoratori: alla protesta di oggi era presente meno della metà del personale coinvolto nel grande taglio e nei disagi che in questi giorni si stanno respirando, e principale motivazione di inconsapevolezza e bassa partecipazione è la disinformazione che circola indisturbata tra lo staff delle società aeroportuali: “Nessuno sa e nessuno si rende conto – afferma un’operaia – i sindacati non mostrano coesione e si attaccano reciprocamente senza fruttare soluzioni, i lavoratori non direttamente colpiti dalla crisi evitano di mobilitarsi per paura di perdere lo spicchio di lavoro che ancora gli è concesso. Si spera che la situazione migliori col passare del tempo e che e la manifestazione vedrà aderire un numero più alto di partecipanti nei giorni che seguiranno”.
Autogrill è in mano a Benetton, e quest’ultimo è anche il maggior azionario di ADR: le manipolazioni distruttive che hanno portato ai fischi ingenui e disperati di questa mattina hanno radici nella volontà dei grandi monopoli di far “tutto a casa propria”; si trinciano ulteriormente i posti di lavoro perché sono temute le concorrenze; non vi è assistenza e interventismo da parte dell’Amministrazione pubblica locale che in tempi non remoti garantiva promesse di sicurezza ai lavoratori-elettori.Lo slogan di Sodexo afferma che “La qualità della vita è fonte di progresso per gli individui e di performance per le organizzazioni”, e quel che manca, gridano i lavoratori, sono qualità della vita, progresso e performance positive per le organizzazioni.
Giulia Capozzi