Sanità regionale, on line i dati sulla valutazione delle cure

Il progetto e’ stato presentato oggi, presso la sede della Regione Lazio sulla Cristoforo Colombo
Il Faro on line – Saranno tutti online i dati sulla valutazione della qualita’ delle cure della sanita’ regionale. Il progetto e’ stato presentato oggi, presso la sede della Regione Lazio sulla Cristoforo Colombo alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, Carlo Perucci, direttore scientifico Programmi Esiti AgeNas, di Giovanni Bissoni presidente di AgeNas, Alessio D’Amato, responsabile della cabina di regia Sanita’ Regione Lazio. Atteso il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. La legge regionale 189-2012 (‘Spending review’), ha individuato nel Programma Nazionale di Valutazione di Esito (Pne), gestito da AgeNas, per conto del ministero della Salute, lo strumento per la valutazione degli esiti delle cure nel Ssn.
Il dipartimento di epidemiologia della Asl-RME elaborato, in accordo con il Pne, per conto della Regione Lazio, il ‘Programma regionale di valutazione degli esiti degli interventi sanitari del Lazio’ denominato P.Re.Val. E. di cui e’ disponibile sul sito web (www.epidemiologia.lazio.it/prevale13.it) la versione 2013 che contiene i dati relativi al periodo 2007-2012. Significativi quelli relativi alla frattura del femore: quando l’intervento chirurgico viene effettuato entro le 48 ore riesce a garantire un decorso dalla patologia particolarmente positivo. La proporzione degli ospedali regionali varia da meno del 5% negli ospedali di Tarquinia, Frosinone, Rieti e Tivoli a più del 50% nell’ospedale di Latina, nella casa di cura città di Aprilia, al Policlinico Gemelli, Al CTO, al Fatebenefratelli e al Sant’Eugenio, in cui quasi l’80% delle persone con frattura di femore vengono operate entro le 48 ore dall’accesso all’ospedale. I dati regionali sono in miglioramento negli ultimi anni: nel 2004 si toccava appena il 10% dei casi, nel 2012 si è toccato il 24%. Gemelli, CTO, Sant’Eugenio e ospedale di Latina negli ultimi anni sono passati da valori vicini al 10% a valori superiori al 50%. Particolarmente significativi sono anche i dati relativi ai parti cesarei nel Lazio, uno degli indicatori di qualità più usati a livello internazionale.
L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda l’uso del taglio cesareo nel 10-15% dei parti. Allo stato attuale la percentuale di parti cesarei registrata in Italia è la più alta d’Europa. Nella Regione Lazio nel 2012 una donna su tre ha un parto cesareo primario: più del 40% al Policlinico Umberto I, all’ospedale S.Pietro Fatebenefratelli, agli ospedali di Alatri, Rieti, Monterotondo e Colleferro e alla casa di cura accreditata Villa Pia e meno del 20% negli ospedali C. Cristo Re, S.Eugenio di Roma, S. Maria Goretti di Latina e Belcolle di Viterbo. Questa disomogeneità di qualità dell’offerta tra ospedali fa sì che in termini di popolazione, quasi una donna su due residente nel comune di Rieti abbia un parto cesareo primario e solo una su cinque nei comuni di Latina e Viterbo. Sulla proporzione di parti cesarei primari non ci sono variazioni di rilievo tra 2007 e 2012. Altro indicatore molto valido per la valutazione della qualità degli interventi di chirurgia è quello relativo alla mortalità a 30 giorni per l’intervento di bypass aortocoronarico: nel Lazio, per il periodo 2011-2012, a fronte di una mortalità media del 2,6%, sovrapponibile con il valore nazionale, il San Camillo si conferma come l’ospedale con la più bassa mortalità, 0,3% e il San Filippo Neri quello con la più alta mortalità, 4,7%.