Sono tornati a Cerveteri i Piccoli Ambasciatori di Pace

1 agosto 2013 | 00:58
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Sono tornati a Cerveteri i Piccoli Ambasciatori di Pace

L’assessore Cennerilli: “Puntiamo su un’integrazione sociale a tutto tondo, senza nessuna frontiera”

Il Faro on line – Sono tornati a Cerveteri i Piccoli Ambasciatori di Pace, portando i loro bellissimi sorrisi prima al Municipio, per un incontro con l’Amministrazione comunale, e poi presso la Colonia Estiva Integrata del Comune di Cerveteri, presso lo stabilimento Ezio alla Torretta, a Campo di Mare. Sette tra bambini e bambine, con i loro due accompagnatori, tutti di etnia Saharawi, che hanno nuovamente fatto tappa a Cerveteri nel loro viaggio in Italia per promuovere le attività a sostegno della popolazione saharawi, oltre 200.000 rifugiati che vivono in esilio in una porzione di deserto tra l’Algeria, il Marocco e la Mauritania.“Già dal prossimo anno – ha detto Francesca Cennerilli, Assessore ai Servizi alla Persona del Comune di Cerveteri – vorremmo poter ospitare i Piccoli Ambasciatori saharawi per un periodo più lungo. Nel nostro Comune stiamo realizzando tante iniziative volte all’integrazione, ma un’integrazione che sia senza frontiere, ovvero a tutto tondo. L’esperienza della nostra Colonia Integrata è un esempio positivo di questo intento, perché accoglie contemporaneamente bambini e bambine normodotati e diversamente abili. In questo modo, grazie al lavoro dei nostri Operatori, riusciamo ad abbattere qualsiasi barriera e facilitiamo la cooperazione e le dinamiche di gruppo. Oggi si sono aggiunti anche i nostri piccoli saharawi, tutti tra i sette e i nove anni, per trascorrere una giornata di mare e giochi insieme agli altri bambini. Un’esperienza molto positiva che ripeteremo sicuramente nel futuro”.Ad accogliere la delegazione presso il Municipio c’erano il Sindaco Alessio Pascucci, l’Assessore Francesca Cennerilli e la Delegata alle Politiche della Pace, la prof.ssa Lucia Lepore. La giornata è stata organizzata nell’ambito del progetto Un’Oasi nel Deserto, promosso dall’Associazione di Solidarietà e Amicizia con il Popolo Sahrawi ‘Enzo Mazzarini’.“Nonostante l’esilio forzato che affonda le sue radici nel passato coloniale in Africa, la costruzione di un muro fortificato di oltre 2.700 km e la sorveglianza armata lungo tutto il confine del Marocco, Paese dal quale è stata espulsa la popolazione Saharawi – ha spiegato la Delegata Lucia Lepore – questo popolo rappresenta un modello di organizzazione e di cooperazione sociale esemplare. All’interno delle quattro comunità che dimorano nel deserto algerino, tutti, anche le donne e gli anziani, hanno un ruolo attivo in grado di valorizzare le peculiarità di ognuno. L’istruzione è al primo posto, così come la volontà di aumentare gli scambi culturali e i rapporti con l’estero. Gli stessi colori della bandiera di questo popolo, nera, bianca, rossa e verde, parla di sofferenza ma anche di voglia di riscatto e di pace. Il futuro di questo popolo, però, è a tutt’oggi strettamente legato alla solidarietà internazionale e questo significa che c’è ancora molto da fare affinché siano garantiti il diritto di queste persone alla libertà, all’indipendenza e all’auto-sostentamento”.