Infiltrazioni mafiose, Smeriglio scrive a Pignatone

2 agosto 2013 | 17:08
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Infiltrazioni mafiose, Smeriglio scrive a Pignatone

Il vicepresidente della Regione ha poi posto l’accento sugli interventi posti in essere dalla Giunta

Il Faro on line – Il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio ha indirizzato una lettera al Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone in merito alla recente operazione “volta a contrastare l’attività criminosa organizzata dal cosiddetto clan Fasciani, sul litorale di Roma.” Nel complimentarsi per l’operazione il vicepresidente Smeriglio si è soffermato sugli “estratti  di intercettazioni telefoniche dalle quali emergeva la possibilità del Fasciani di avere – durante la scorsa legislatura – “contatti privilegiati” presso la Regione Lazio nel settore dei corsi di formazione professionale”.

Oltre a confermare “la piena disponibilità e collaborazione degli organi di Governo della Regione, qualora possano – in qualsiasi modo – essere utili a coadiuvare l’attività della magistratura e degli organi di polizia preposti alle indagini, ribadisco, in qualità di vicepresidente e assessore al settore della Formazione professionale  – scrive Smeriglio – la mia personale disponibilità e quella dei miei dirigenti ad assicurare ogni possibile aiuto in merito a quanto ritenga necessario per la prosecuzione delle indagini.”

Il vicepresidente della Regione ha poi posto l’accento sugli interventi posti in essere dalla Giunta sulla “tecno-struttura regionale: una radicale riorganizzazione tesa non solo ad abbattere i costi di gestione, ma anche ad eliminare quelle superfetazioni burocratiche che appesantiscono gli iter amministrativi e che possono rappresentare terreno fertile per quelle possibili zone opache che hanno maggior attecchimento proprio in strutturazioni troppo segmentate e sovra dimensionate.”

“Non posso però nascondere la preoccupazione – continua Smeriglio – che i “contatti” vantati dal Fasciani travalicassero livelli politici e/o dirigenziali, e concernessero personale regionale “infedele” che si possa ancora oggi trovare in posizioni tali da consentirgli di porre in essere azioni tali da prefigurare un rischio per la corretta e trasparente gestione delle risorse pubbliche.”

“Auspico – conclude Smeriglio – che le indagini possano quanto prima accertare ogni possibile responsabilità e liberare l’istituzione Regionale dal sospetto di ogni possibile complicità, fosse anche in capo ad un suo singolo dipendente”.