Le tradizioni, il divertimento e la (troppa) voglia di cultura

12 agosto 2013 | 08:56
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Le tradizioni, il divertimento e la (troppa) voglia di cultura

Fa bene il Comune a proporre un livello più alto di appuntamenti estivi, ma perché dimenticare le tradizioni popolari? L’economia locale si basa sul turismo, e questo per vivere ha bisogno di “numeri”

Il Faro on line – La grande partecipazione alla Spaghettongola all’ex Parco Bezzi e le difficoltà riscontrate al contrario a Villa Guglielmi da alcuni appuntamenti della Metropolitana devono far riflettere. In quel fazzoletto di terra fiumicinese che è il parco all’Isola Sacra ho visto passare in quattro giorni intere generazioni: nonni con bambini piccolissimi, coppie attempate, giovani amori, famiglie intere. Ce n’era per tutti: dallo zucchero filato alla danza, dalla musica al cabaret. E poi il mercatino, le giostrine per i bimbi, le giostre per gli adolescenti, i prodotti tipici locali. C’era allegria, voglia di parlare, di scambiare opinioni anche con “sconosciuti”, di divertirsi. Non c’era Berltolt Brecht, né venivano letti passi di Cicerone, né si ascoltava musica del Settecento. Ma siamo sicuri che ci fosse meno “cultura” che in altre più dotte occasioni?

Intendiamoci: che il Comune debba alzare il livello culturale di un territorio è operazione sacrosanta, ma questo non vuol dire necessariamente annichilire le tradizioni popolari che pure hanno rappresentato il tessuto connettivo di un territorio nel corso degli anni. C’è tempo e spazio (e per fortuna anche location meravigliose come i Porti di Claudio e Traiano, la stessa Villa Guglielmi, la necropoli) per proporre cultura nel giusto alveo e con i giusti tempi. Ci può e ci deve essere occasione per tutto e per tutti, se vogliamo che Fiumicino diventi una città viva 365 giorni all’anno. Con particolare attenzione all’inverno, dove si spera che la Metropolitana non chiuda.

Dunque non una critica agli eventi proposti, ma una riflessione sull’idea che sottintende a quel tipo di scelta: “la cultura è una e sappiamo noi come gestirla”. Un vizio tipico di certa sinistra, una buccia di banana sulla quale spesso si scivola. E allora bene le nuove iniziative dell’estate di Fiumicino, male la scomparsa – ad esempio – di Miss Fiumicino che da anni era diventato un appuntamento di colore per l’estate, appuntamento che portava in città centinaia di persone che consumavano pasti al ristorante, passavano una giornata al mare negli stabilimenti, taggavano Fiumicino mare sui telefonini, dormivano negli alberghi locali.

L’estate la gente ha bisogno di divertirsi, e accanto al divertimento puro è possibile e condivisibile mettere appuntamenti di tipo diverso, dove proporre cose alternative. Ma per dare loro un’anima non basta qualche isola pedonale qua e là, occorre piuttosto creare eventi (dagli artisti di strada ai madonnari, ad esempio) che possano essere pubblicizzati a livello internazionale e attirare quel turismo di cui la città vive. Già, perché oltre a nutrire le menti dei fiumicinesi è imperativo categorico anche fare in modo che mangino le loro pance. 

Panem et circenses, diceva il poeta latino Giovenale, con una punta di critica per chi gestiva le masse “addormentandole” con i giochi e distogliendo così l’attenzione dal potere politico. In questo caso, al contrario, potremmo accettare di buon grado l’anestesia momentanea dai problemi che ci assillano, per poi costruire accanto un altro binario culturale, più “alto” e meno “popolare”. D’altronde, da Seneca a Sant’Agostino, il divertimento una volta tanto è non solo tollerato ma ritenuto opportuno. Semel in anno licet insanire, se non è cultura questa…

Angelo Perfetti
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Gentile Direttore,
pur senza entrare nel merito, anche per motivi di spazio, della Sua analisi rispetto alle manifestazioni dell’Estate Fiumicinese, analisi che comunque, giornalisticamente parlando, trova riscontro nei commenti di buona parte della cittadinanza, alcuni piccoli appunti ai Suoi “appunti” sento, modestissimamente, il bisogno di farli. In un paese, l’Italia in generale, Fiumicino, purtroppo, in particolare, dove la piaga dell’abbandono scolastico, la bassa media dei giovani che arrivano a conseguire un Diploma, ancora inferiore rispetto ai livelli Europei se parliamo di quanti sono attratti dalla lettura di un libro, parlare di (troppa) voglia di cultura, credo sia veramente poco opportuno. Anche  il riferimento al “rimpianto” per la scomparsa, ma penso questo dipenderà dagli organizzatori, della kermesse “Miss Fiumicino, proprio nell’anno in cui che la RAI sembra abbia deciso di non trasmettere Miss Italia, credo necessiti di una riflessione più approfondita. Pensando alle parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, pronunciate e ribadite in più occasioni, «il forte nesso tra la crescita culturale e formativa delle nuove generazioni e il futuro sociale, civile ed economico del nostro Paese», riterrei dovuta, ribadisco sempre modestissimamente, una Sua precisazione in particolare per quanto riguarda il titolo dei Suoi appunti nella parte in cui recita “(troppa) voglia di cultura”, dove la parentesi è un inciso che può prestarsi a diverse interpretazioni del lettore, e che solo l’autore può meglio significarne il concetto.
Sempre con simpatia e stima,
Roberto Cini

Innalzare il livello delle proposte culturali a Fiumicino è un dovere. Vedere i nostri adolescenti buttati dentro Parco Leonardo a bighellonare è davvero triste. Lavorare su questo fronte, però, non vuol dire rinunciare in estate ad appuntamenti più ludici e meno impegnativi. “Troppa” voglia di cultura significa voler dimostrare a tutti i costi discontinuità col passato, ritenendo inutile tutto ciò che è stato fatto in precedenza. L’errore, secondo me, sta qui. Ma condivido, lo ripeto, lo sforzo per migliorare l’offerta culturale, sperando che prosegua anche in inverno.
Angelo Perfetti    

Gentile Direttore,
leggo solo ora i suoi appunti di lunedì u.s. e mi permetto di inviarle alcune righe.  Faccio presente che certa sinistra ha addirittura dato vita ad un “bis in anno licet insanire”, dapprima onorando il panem et circenses con la Festa del PD, poi divertendo con la Spaghettongola di Conforzi &C.Seguendo il suo argomentare, ricordo che la tv generalista ha confinato gli spettacoli “culturalmente più alti” in alvei e tempi proibitivi e penalizzanti,preferendo abbassare il livello delle trasmissioni nel prime time per riempire il ventre degli azionisti attraverso la vendita di quantità crescenti di  pubblicità. Per quanto concerne le location, invece, mi aspetto vivamente che l’Amministrazione le renda realmente fruibili per il bene di noi residenti e del turismo. Tornando alle pance, mi rifaccio al suo “appunto” – Investire per crescere. Ma tutti insieme- per sottolineare l’enorme differenza tra gli investimenti degli imprenditori delle  spiagge adriatiche e quelli della nostra costa con lo scopo di richiamare clienti con iniziative le più disparate.  Da noi,a parte Festa PD, Spaghettongola e Metropolitana abbiamo avuto solo le feste del patrono. Un cordiale saluto.
Guido Gagliardi 

VIDEO ♦ In home page la puntata settimanale di Dentro Fiumicino”, approfondimento del Faro on line sull’attività politica locale. Per una visione senza interruzioni si consiglia di cliccare sull’icona YouTube appena sotto al video.