Facebook, da “social network” a “contest network”

19 agosto 2013 | 04:30
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Facebook, da “social network” a “contest network”

La piazza virtuale è una grande possibilità di confronto. Non sporchiamola con i pregiudizi

Il Faro on line – Basta con le tifoserie. La grande piazza virtuale dei nostri tempi, ovvero i social network, è diventata per larghi tratti infrequentabile. Nata per scambiare opinioni, condividere esperienze, foto, pensieri, dare visibilità ad iniziative che altrimenti avrebbero raggiunto poche persone, dare spunti di riflessione e, in ultima analisi (insieme con twitter) informare a costo zero, si è trasformata prima in una mera vetrina personale, poi in un mezzo commerciale e infine nel terreno di scontro tra verità assolute che ognuno porta con sé e dentro di sé. Altro che confronto, altro che apertura. Altro che “socialità”.

Qualunque critica viene liquidata come strumentale, qualunque sottolineatura vada contro la vulgata comune della rete (o di quel tratto di rete che viene condiviso da una comunità) viene cestinata come pretestuosa, cattiva e, in ultima analisi, violenta. Quando – al contrario – la violenza è proprio nel liquidare con supponenza qualsiasi elemento critico che possa avviare una discussione; facebook non è nato per affrontare né i discorsi sui massimi sistemi né lo sviluppo di un territorio, ma dato che si è trasformato più o meno in questo, andrebbe colta l’essenza stessa del mezzo ed utilizzato per capire meglio come la pensano gli “altri”, magari prendendo del buono da ciò che dicono e che offrono.

Vale per tutti, ovviamente, e il discorso va oltre qualunque colore politico, qualsiasi etnia. Ma bisogna avere il coraggio di ammettere con se stessi che il social network non viene utilizzato come social ma come contest, ossia non un luogo di incontro ma di scontro. Nello specifico di Fiumicino, chi ha perso le elezioni (e i relativi supporter) dovrebbe evitare di far tracimare la propria frustrazione nei post messi ad arte per “fare politica” – se così si può definire – tanto più usando profili evidentemente falsi; ma chi ha vinto (e i relativi suppoter) altrettanto deve scrostarsi la supponenza di essere il depositario del Verbo, deve riuscire a  riesumare la capacità critica che l’ha sempre contraddistinto a meno di non voler offire – come in parte è già accaduto – la stessa immagine che ha sempre combattuto: cioè quella del so tutto io, capisco tutto io, e faccio come mi pare. E tu che “critichi” sei in malafede.

Utopia? Forse. Ma la lettura degli ultimi mesi di facebook – salvo in qualche rara piacevole occasione – mi ha lasciato piuttosto perplesso. Invece la ritengo una piazza preziosa per la collettività, è forse l’unica piazza realmente a portata di mano oggi come oggi, in un mondo in cui i ritmi del lavoro e della vita hanno travolto quei momenti di confronto delle comunità che potevano esserci all’imbrunire piuttosto che la canonica domenica. Ma anche questa, come tutte le piazze, va tenuta pulita e ordinata, se non vogliamo rovinarla alla vista dei nostri figli. E la prima cosa da fare è spazzare via i preconcetti, da qualunque parte arrivino.

Angelo Perfetti
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