Dante in Tuscia tour

3 settembre 2013 | 12:21
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Dante in Tuscia tour

Il Faro on line – “Dante in Tuscia tour” conclude giovedì sera, 5 settembre alle 21, il suo lungo itinerario presso il cortile di Palazzo Gentili, sede della Provincia. Si tratta dell’ultima delle cinque tappe nei luoghi “danteschi” di Viterbo inserite nel cartellone del “Festival di Tuscia” varato dalla Provincia di Viterbo, del “Dante in Tuscia tour” di e con Giuseppe Rescifina, Raffaele Donno (alla chitarra) e  Laura Ciulli proposto dall’associazione culturale “La Ginestra” in collaborazione con  Archeotuscia onlus con il sostegno della Banca di Viterbo e Unindustria. Anche questa tappa, come le precedenti, è ad ingresso gratuito, ed è dedicata ai “Peccati di gola e morti per fame”.Papa Martino IV è famoso per essere stato ghiotto di anguille del lago di Bolsena affogate nella vernaccia. La Chiesa nel Medioevo ammetteva il largo consumo del pesce perché disponibile in abbondanza. L’anguilla poi era tenuta in gran conto per la sua carne grassa, stimata cibo di gran pregio.

La figura che domina nel canto XXXIII dell’Inferno è quella del conte Ugolino della Gherardessa fissata da Dante mentre addenta la testa dell’arcivescovo Ruggeri. In un solo gesto ed in un unico verso si condensano il carattere bestiale e disumano della situazione. La descrizione dantesca si serve della consueta precisione realistica per attenuare la violenza dell’immagine. Siamo nell’angolo dell’Inferno dedicato ai traditori della patria, l’Antenora,seconda zona del nono cerchio: Nella scena dantesca, dopo aver alzato la testa dal pasto, il conte parla: pare quasi un miracolo che lo sappia fare ancora, ridotto com’è allo stato di bestia famelica. Sono  parole cariche di dolore, di profonda tristezza e, solamente in secondo luogo, di rabbia. Si capisce che provengono da un animo umano, e, sebbene vogliano fruttare infamia al traditore, sono un’arma a doppio taglio che fa piangere e disperare colui che le pronuncia. Il canto di dolore consacra, in eterno, la memoria di un  personaggio accusato a torto, come dimostreranno recenti analisi sui corpi ritrovati all’interno della famosa torre della fame, di cannibalismo.