Ha da passà ‘a nuttata. Bianca

23 settembre 2013 | 04:01
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Ha da passà ‘a nuttata. Bianca

Bene l’iniziativa organizzata dal Comune, ma la città ha mostrato tutti i suoi limiti infrastrutturali

Il Faro on line –  Ha da passà ‘a nuttata. E la nottata “bianca” è passata, lasciandosi alle spalle più consensi che critiche, più sorrisi che mugugni. E’ stata un’iniziativa coraggiosa, comunque una ventata di novità in un panorama che da tempo non offriva qualcosa di nuovo alla città. C’è chi su Facebook ha descritto la cosa con un laconico quanto incisivo: Montino 1 – Canapini 0.
Detto questo, cerchiamo di analizzare a mente fredda cosa è accaduto. E’ accaduto che in poco tempo e con grandi sforzi un’amministrazione locale abbia proposto Fiumicino come realtà aggregante, utilizzando l’occasione della Notte Bianca, parcellizzando sull’intero territorio occasioni conviviali, culturali e di semplice incontro. Essendo la prima volta, era immaginabile che ci potessero essere alcuni intoppi (come quello, ad esempio, di non aver coinvolto proprio tutto il territorio, cosa che ha provocato qualche protesta), ma l’obiettivo di far diventare la città una mèta da visitare non solo per i locali ma anche per i forestieri è stato raggiunto.

Ma è proprio da qui che parte il mio ragionamento. Invitare qualcuno in casa propria è un’arma a doppio taglio: è possibile mostrargli le bellezze dei quadri appesi alle pareti, ma ci esponiamo al rischio che l’ospite veda (se c’è) anche la polvere sotto le finestre; possiamo fargli gustare ottime pietanze, ma si accorgerà anche che tra l’una e l’altra i tempi per servirle sono lunghissimi, ecc.
Fuor di metafora: la notte bianca è stata un’ottima iniziativa, ma ha mostrato tutti i limiti della città. Rifiuti nei cassonetti stracolmi, viabilità improponibile con lunghe file e parcheggi che definire “selvaggi” è un eufemismo, un servizio di trasposto pubblico insufficiente, basti pensare che a causa dell’impossibilità per gli autobus di passare dall’Isola Sacra a Torre Clementina le corse sono rigorosamente divise un po’ di qua e un po’ di là (cosa che purtroppo i nostri studenti vivono sulle proprie gambe ogni mattina…).

La Notte bianca deve crescere, in termini di offerta e in termini di pubblico, perché è un’iniziativa che lo merita. Ma parallelamente deve crescere la capacità di questo territorio di presentarsi tirato a lucido e non con una scarpa e una ciabatta; strade pulite, viabilità organizzata, trasporto pubblico ottimale, sono solo alcuni degli indicatori per la riuscita completa di un appuntamento del genere. Un capitolo andrebbe aperto anche sull’assistenza sanitaria: Fiumicino comune continua a crescere, sempre più residenti e – grazie a iniziative come la Notte bianca – sempre più turisti. Oltre 70.000 persone di default – per arrivare fino a 250.000 – che gravitano in un territorio dove devi incrociare le dita sperando non ti accada nulla, perché tra scarsità di offerta sanitaria, difficoltà di circolazione e impedimenti infrastrutturali, il rischio di fare una brutta fine non è poi così remoto.

Ecco, se realmente Fiumicino vuole fare il salto di qualità, deve lavorare fortemente sui settori della viabilità, della sanità e del decoro urbano. ‘A nuttata che ha da passà, non è quella degli appuntamenti ludico-sporitvo-gastronomici, che invece hanno sortito il loro buon effetto, ma quella del buio totale che ancora oggi impera nel settore dei servizi.

Fatto questo salto di qualità, la prossima Notte bianca sarà illuminata a giorno dalle conquiste fatte in termini di qualità della vita prima ancora che dalle mille occasioni interessanti che saranno organizzate. Appuntamenti che – comunque – dovranno anche crescere di livello, così da attrarre un tipo di turismo più “alto”, non foss’altro perché quel tipo di turismo è più disposto a spendere e dunque a movimentare l’economia locale.
Angelo Perfetti