Amianto: nel Lazio ancora un milione di tonnellate da rimuovere

24 settembre 2013 | 15:56
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Amianto: nel Lazio ancora un milione di tonnellate da rimuovere

Il quadro esposto oggi da Fulvio Cavariani, direttore del Centro regionale amianto

Il Faro on line – “Dal 2001 al 2012 nel Lazio sono stati registrati 1373 casi di mesotelioma alla pleura, su circa 800 dei quali è documentato il rapporto con l’esposizione all’amianto. Si tratta di una malattia molto grave che porta alla morte nel giro di un anno”. Questo il quadro esposto oggi da Fulvio Cavariani, direttore del Centro regionale amianto, nel corso di un’audizione in commissione Ambiente del Consiglio regionale del Lazio, presieduta da Enrico Panunzi. “Dal ’95 – ha proseguito – è nato il Centro regionale amianto, istituito presso di dipartimento di prevenzione della asl di Viterbo, che ha svolto intanto un censimento sulla presenza di amianto negli edifici pubblici, prima attraverso questionari inviati alle amministrazioni e poi con il telerilevamento per identificare le coperture dei tetti (circa il 90 per cento dell’amianto è concentrato nelle coperture). E’ stata rilevata la presenza di amianto in 285 edifici scolastici, il 24 per cento del totale delle scuole contattate, nella maggior parte dei casi, va rilevato, si tratta di parti non accessibili agli studenti”.

“Grazie al telerilevamento – ha proseguito Cavariani – abbiamo potuto esaminare il 12 per cento del territorio regionale, abbiamo puntato l’attenzione, come è logico, sulle aree più antropizzate. In due anni e mezzo sono stati esaminati 2mila chilometri di territorio regionale, e abbiamo rilevato 80mila tonnellate di amianto installate nelle coperture. Facendo una proiezione sull’intero Lazio, anche considerando le strutture non rilevabili con questa tecnica, possiamo stimare che ci sia ancora oltre un milione di tonnellate di amianto”. “Per quanto riguarda la rimozione ha concluso il direttore – c’è una tendenza alla crescita, nel 2012 sono state rimosse 16mila tonnellate.Ma con questo ritmo ci vorranno almeno 60, 70 anni per eliminare del tutto questa sostanza dagli edifici del Lazio. C’è intanto un vuoto normativo: serve un Piano regionale amianto, per fare sistema, completare la mappatura, informare i cittadini e incentivare la rimozione in maniera da abbattere i costi della bonifica.

Serve maggiore integrazione con le altre strutture regionali che devono fornirci le aerofotogrammetrie in loro possesso che ci permetterebbe di procedere con il telerilevamento a costi molto bassi. L’Agenzia per l’agricoltura fotografa tutto il territorio ogni anno, dovrebbe fornire le immagini gratuitamente ma non lo fa”. Silvia Blasi (M5S) si è detta molto preoccupata per la presenza di amianto nelle scuole e ha chiesto maggiori informazioni soprattutto per quanto riguarda il completamento del telerilevamento: “Ci sono vari enti che fanno continuamente foto aree, che devono essere messe a disposizione”. Il presidente della commissione, Enrico Panunzi (Pd), concludendo l’audizione ha auspicato che “si parta da questa audizione per creare un rapporto più strutturato fra Regione e Centro amianto. Abbiamo stanziato fondi per la messa in sicurezza degli edifici scolatici, per poterli impiegare bene è essenziale avere una mappa precisa della situazione. Serve un intervento coordinato fra i vari attori istituzionali per costruire un piano di azione. La commissione verificherà la situazione delle foto con l’assessorato all’Urbanistica”.