“San Francesco francigeno”

26 settembre 2013 | 15:00
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“San Francesco francigeno”

A Fondi il 4 e il 5 ottobre

Il Faro on line – L’Associazione Pro Loco Fondi organizza, in occasione della festività del Patrono d’Italia San Francesco, venerdì 4 ottobre e sabato 5 ottobre 2013: “San Francesco francigeno” manifestazione che integra gli eventi religiosi della Parrocchia di San Francesco di Fondi.
L’intento è portare a conoscenza la stretta relazione di San Francesco con la Via Francigena, ponendo in risalto che lo stesso San Francesco d’Assisi ha percorso le nostre località, soffermandosi a Fondi, dove già esisteva una comunità composta da due frati.
Le iniziative sono organizzate in collaborazione con la Parrocchia di San Francesco, con il patrocinio del Comune di Fondi, della XXII Comunità Montana e della Banca Popolare di Fondi.
Venerdì 4 ottobre alle 16,30 si svolgerà la visita gratuita guidata “Passeggiata per Fondi” con il prof. Emidio Quadrino, con partenza dalla chiesa di San Francesco.Alle 19,30 la messa e la processione del Santo d’AssisiAlle 21,30, all’interno della chiesa: “Francesco, il miracolo da otto secoli”, maxi schermo dell’atto unico di Gino Fiore in prima visione pubblica.
Sabato 5 ottobre alle 16,30 si svolgerà la visita gratuita guidata “Passeggiata per Fondi” con il prof. Emidio Quadrino, con partenza dalla chiesa di San Francesco e l’apertura della mostra video-fotografica sotto i portici del convento francescano.Alle ore 21,00 concerto musicale con il gruppo “Nomenclatura” in piazza IV Novembre (San Francesco).
Sponsor della manifestazione: Farmacia Fiore Dr. Gino; Jolly Pizza; Parafarmacia della Dott.ssa Marisa Massarone; Gelato & Caffè Ciaravolo; Associazione Serenity; Dixe Tacabanda; Caporiccio Swarovsky; Macelleria Mattei Enzo; Re.Fashion Ivan; Bar La Piccola Caffetteria.
“L’Europa è nata pellegrinando e la sua lingua è il cristianesimo” (J.W. Goethe)La Via Francigena, ovvero “strada originata dalla Francia”, trae il suo nome dal territorio francese, che allora comprendeva la Valle del Reno e i Paesi Bassi, e si affermò come il principale asse di collegamento tra nord e sud dell’Europa, lungo il quale transitavano mercanti, eserciti, pellegrini.Tra la fine del primo millennio e l’inizio del secondo, la pratica del pellegrinaggio assunse un’importanza crescente. I luoghi santi della Cristianità erano Gerusalemme, Santiago de Compostela e Roma, e la Via Francigena rappresentò lo snodo centrale delle grandi vie della fede. Infatti, i pellegrini provenienti dal nord percorrevano la Via per dirigersi a Roma, ed eventualmente proseguire lungo la Via Appia verso i porti pugliesi, dove s’imbarcavano verso la Terrasanta. Il pellegrinaggio divenne presto un fenomeno di massa, e ciò esaltò il ruolo della Via Francigena che divenne un canale di comunicazione determinante per la realizzazione dell’unità culturale che caratterizzò l’Europa nel Medioevo.È soprattutto grazie ai diari di viaggio, e in particolare agli appunti di un illustre pellegrino, Sigerico, che possiamo ricostruire l’antico percorso della Francigena. Nel 990, dopo essere stato ordinato Arcivescovo di Canterbury da Papa Giovanni XV, l’Abate tornò a casa annotando su due pagine manoscritte le 80 mansioni in cui si fermò a pernottare. Il diario di Sigerico viene tuttora considerato la fonte itineraria più autorevole, tanto che spesso si parla di “Via Francigena secondo l’itinerario di Sigerico” per defnire la versione più “filologica” del percorso.
Mostaccioli: un dono per San FrancescoSecondo la tradizione i mostaccioli erano il dolce preferito di San Francesco. Si racconta che Jacopa de’ Settesoli, nobildonna romana, nata nella Città Eterna nel 1190 in seno ad una illustre famiglia residente a Trastevere. Si era sposata con un ricco signore di Roma, tale Graziano Frangipane e con lui aveva avuto due figli. Rimasta vedova presto, a soli 27 anni, era stata costretta a diventare l’amministratrice delle molte proprietà del marito fra cui la cittadina di Marino. Due anni dopo, nel 1219, san Francesco arrivò a Roma per predicare e Donna Jacopa lo conobbe, diventando da quel momento una sua fedele seguace e una sua ottima guida per le vie dell’Urbe. Da allora, Jacopa de’ Settesoli si convertì nella più valida collaboratrice del neonato movimento francescano nella città dei Papi e anche delle Clarisse. Fu lei ad ottenere dai Benedettini di San Cosimato in Trastevere la cessione dell’ospedale di San Biagio, che divenne il primo luogo romano dei Minori. Nel 1231, immediatamente dopo la canonizzazione di Francesco e per iniziativa della stessa Jacopa de’ Settesoli, l’ospedale fu trasformato nel convento di San Francesco a Ripa con annesa chiesa ristrutturata poi nel Seicento: all’interno si trova la cappella di San Francesco che ricalca grossomodo la cella dove dimorò il Santo mentre era a Roma, e che contiene una pietra che il Poverello usava come cuscino. Jacopa de’ Settesoli era talmente attiva e risoluta, da indurre Francesco a chiamarla affettuosamente Frata Jacopa. La loro amicizia durò fino alla morte del santo, avvenuta la notte fra il 3 e il 4 ottobre del 1226.Fu proprio durante quel suo primo soggiorno romano che Francesco assaggiò quello che sarebbe diventato il suo perenne “peccato di gola”: certi biscotti “boni e profumosi”, diceva il santo, che la stessa Jacopa de’Settesoli preparava e che gli offrì un giorno a casa sua. Tipici del periodo della vendemmia, erano fatti con la pasta di pane, semi di anice, zucchero, mandorle e mosto d’uva e detti forse per quest’ultimo ingrediente “mostaccioli”: ma già nella Roma antica si conoscevano dei biscotti simili con il nome di “mortarioli”, a base di zucchero e mandorle pestate nel mortaio… In ogni modo, sia quale sia l’origine del nome, quei mostaccioli di Frata Jacopa de’ Settesoli piacevano talmente tanto a san Francesco da desiderarli anche in punto di morte! Quando Francesco sentì avvicinarsi la sua ultima ora, volle dettare ad un frate una lettera alla sua cara amica Frata Jacopa, per informarla della sua morte imminente e chiedendole di raggiungerlo alla Porziuncola, portandogli una veste per la sepoltura e candele per il funerale e… quei dolci.