“Per rilanciare l’aeroporto bisogna investire, non salvare Cai Alitalia”

7 ottobre 2013 | 04:00
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“Per rilanciare l’aeroporto bisogna investire, non salvare Cai Alitalia”

L’intervento di Alessandro Marocchini di “Fare per fermare il declino”

Il Faro on line – “L’emergenza lavoro in Alitalia e nell’aeroporto di Fiumicino ha radici lontane, da prima della privatizzazione, negli ultimi anni si è acuita per via della riorganizzazione attuata da CAI-Alitalia: la sola divisione manutenzione (DMO) da 4500 addetti è passata a soli 1000 lavoratori, cosi come la divisione revisioni e altri settori della compagnia aerea. Le barricate promesse da Califano e Montino sono assai inutili dato che il declino di Alitalia si sta già manifestando da alcuni anni, gli esponenti del Pd arrivano leggermente in ritardo”. E’ quanto afferma Fare per fermare il declino Fiumicino per voce del suo referente Alessandro Marocchini.

“Se vogliamo prendercela con qualcuno – prosegue Marocchini – invece di accusare chi vorrebbe investire in questa compagnia, chiediamo conto all’attuale dirigenza del suo operato: nel solo 2012 si sono registrate perdite per 280 milioni di euro con un EBIT (risultato operativo) di -119 milioni di euro, peggiorando di molto già il negativo risultato registrato nel 2011 (-9 milioni di euro) mentre altre compagnie aeree Europee hanno invece prodotto risultati positivi: la Lufthansa ha prodotto un risultato operativo di +5,73% a 1.311,00 milioni di euro, le tanto vituperate low cost Easyjet  e Ryanair hanno registrato un risultato operativo rispettivamente di +9,80% e +13,95%, anche l’odiata Air France è riuscita a fare meglio attestandosi ad un risultato operativo in pareggio”  continua Fare.

“Siamo anche d’accordo con il collega Biselli quando afferma che i problemi del nostro aereoporto non sono solo Alitalia, ma l’elevata tassazione che insiste sugli operatori che decidono di investire qui da noi: abbiamo la più alta tassazione sulle compagnie in Italia e per di più sono aumenti iniqui visto che si basano non su infrastrutture già esistenti bensì su investimenti futuri” afferma Fare per fermare il declino “

E la soluzione trovata poi dalla collega Califano ha dell’incredibile: chiedere altri soldi ai contribuenti Italiani per salvare la compagnia aerea privata CAI-Alitalia attraverso i soldi di CDP. Vogliamo ricordare alla collega che la Cassa Depositi e Prestiti non è un bancomat per rimettere a posto aziende private malgestite bensì i risparmi postali di cittadini privati che dopo anni di sacrifici sono riusciti a mettersi qualcosa da parte per il futuro. Ci mancherebbe che fossero loro a ri-finanziare gli errori effettuati in anni e anni di cattiva gestione da manager strapagati” afferma Marocchini.

“Oltre tutto all’aereoporto di Fiumicino lavorano persone in diverse aziende che non sono solo Alitalia: società di servizi, hostess di diverse compagnie aeree, bar, commercianti, etc… Molti di noi hanno amici e conoscenti che lavorano all’aereoporto, ma non per Alitalia che in questi anni non sta assumendo ma purtroppo licenziando. Ecco, noi di Fare pensiamo a tutti loro, vogliamo che l’aereoporto Leonardo Da Vinci cresca e con lei l’occupazione sul territorio, ma per fare questo bisogna investire sulle infrastrutture dell’aeroporto e dell’intero territorio: mobilità, turismo, ricettività, cosi come hanno fatto altre città aeroportuali in tutta Europa e nel mondo” continua Fare per fermare il declino ”Puntare solo su una compagnia che in questi decenni ha prodotto esclusivamente debiti è un autentico suicidio economico, politico e sociale, ed è ancor più grave che lo si faccia sulle spalle dei cittadini Italiani ed in particolare di quelli di Fiumicino”.

“Vogliamo crescere? Invece di allontanare le altre compagnie cerchiamo di ospitarle, di attrarle con un autentico marketing territoriale: riduciamo le tasse sui vettori (e conseguentemente sui passeggeri), realizziamo infrastrutture di mobilità efficienti e liberalizziamo le tratte ferroviarie (oggi ci sono prezzi ridicolmente elevati), promuoviamo il nostro territorio tramite il web ed i social e con un piano di marketing turistico integrato, dialoghiamo seriamente con aziende e adr per un autentico sviluppo dell’aereoporto in linea con una crescita ecosostenibile e attenta alle esigenze del territorio. Basta con il muro contro muro, assolutamente inutile e controproducente in primis per i cittadini ed i lavoratori dell’aereoporto” conclude Fare per fermare il declino.