Debiti con l’erario e irregolarità, sigilli al Faber Beach e ad Anima e Core

1 novembre 2013 | 01:44
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Debiti con l’erario e irregolarità, sigilli al Faber Beach e ad Anima e Core

Quattro le persone in manette. Il reato è di bancarotta fraudolenta patrimoniale e danni ambientali

Il Faro on line – Quattro persone arrestate, tutte appartenenti alla stessa famiglia, ristoranti, conti correnti e due noti stabilimenti balneari  di Ostia sequestrati. E’ questo il bilancio dell’ennesima giornata di controlli da parte delle forze dell’ordine sul litorale romano. E questa volta ad essere chiuso è uno dei luoghi simbolo della movida lidense e romana: il Faber Beach. La stessa struttura balneare, già sequestrata nel 2009, nell’ambito di una inchiesta di droga e accostata, durante quegli anni, al nome del boss della malavita romana Carmine Fasciani. Ora i reati contestati ai gestori del rinomato stabilimento sono bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.

I finanzieri del Comando Provinciale di Roma coordinati dal Sostituto Procuratore, Giancarlo Cirielli, e dal Procuratore Aggiunto, Nello Rossi, hanno quindi operato il sequestro della struttura in esecuzione di un’ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini preliminari. Secondo fonti investigative i gestori dello stabilimento avrebbero maturato, soprattutto nei confronti dell’erario, un debito di 8,3 milioni. Un debito che avrebbero cercato di non onorare, sottraendosi ai creditori, e lasciando volutamente andare in dissesto i rami aziendali in passivo, vendendo poi, a società precostituite e avvalendosi di prestanomi, la parte sana dell’azienda. In questo modo la loro attività sarebbe potuta ripartire e i debiti sparire. Ora la società è stata affidata ad un amministratore giudiziario che cercherà di salvaguardare i posti di lavoro nella struttura e recuperare denaro per cercare di soddisfare le pendenze debitorie e mandare avanti l’attività commerciale. 

Ma il Faber Beach non è stato il solo stabilimento incriminato. Stessa sorte è toccata ad un’altra storica struttura balneare lidense: “Anema e Core”. Ai proprietari è stato infatti contestato il reato di “gravi violazioni ambientali” visto che uno dei due è stato sorpreso a trasportare, senza esserne autorizzato e servendosi di una ruspa, ingenti e nuove quantità di cemento armato nel tratto di mare antistante il suo stabilimento. Un’ operazione giudicata da Balini necessaria per la difesa delle sue strutture dall’erosione marina durante l’inverno. I carabinieri della compagnia di Ostia e gli uomini della capitaneria di porto di Fiumicino con il direttore tecnico municipale non sono stati dello stesso parere e, giunti poco dopo sul luogo, hanno fatto desistere l’uomo dai suoi intenti e fatto scattare i sigilli.
Vincenzo Galvani