Ex duty free senza più tutele. Dal 1 novembre l’incubo è realtà

5 novembre 2013 | 18:19
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Ex duty free senza più tutele. Dal 1 novembre l’incubo è realtà

“Non siamo solo qui a protestare – spiega Andrea Cavola, Usb – ma a proporre soluzioni”

Il Faro on line – Da qualche giorno sono senza più nessuna tutela. Niente cassa integrazione, niente mobilità, terminati tutti gli ammortizzatori sociali. Sono i venti lavoratori duty free che la francese Lagardere non ha voluto riassorbire, oggi allo stremo e senza alcuna prospettiva per il futuro. Padri e madri di famiglia, con una professionalità, una storia, un vissuto aeroportuale gettato alle ortiche. Nessuno tra le Istituzioni fino a oggi se ne è occupato veramente, e non a caso uno dei cartelli esposti nella protesta di stamattina davanti al Comune di Fiumicino recitava “Tante parole, pochi fatti”,: né Regione, né Provincia, né Comune, al di la di dichiarazioni di facciata e lettere al Prefetto, che pure rappresentano un interessamento. Ma per sbloccare la situazione c’è bisogno di altro.

Soprattutto c’è bisogno di far passare il concetto che con un aeroporto con grandiosi progetti di sviluppo e una società di duty free con un piano industriale di espansione, non si può creare il problema di stabilizzare 20 unità lavorative che peraltro sono nel sedime aeroportuale da 30 anni.

“Non siamo solo qui a protestare – spiega Andrea Cavola, Usb – ma a proporre. I lavoratori ex duty free sono disponibili anche al part-time, e ad essere ricollocati non necessariamente  nei duty free. Pensare che in tutto il sistema aeroporto non ci possano essere soluzioni praticabili è una presa in giro. Ma noi vogliamo proseguire sulla strada del dialogo, convinti che le Istituzioni e Adr non possano ignorare la situazione che si è venuta a creare”.

Questo della civiltà con cui i lavoratori stanno protestando è un fatto da sottolineare: in altre occasioni sarebbero saltati  i tornelli e sarebbero state rovesciate scrivanie, invece gli ex duty free stanno dimostrando una compostezza che da sola andrebbe premiata. Ma qua non si tratta di premiare qualcuno, bensì di riconoscergli il diritto al lavoro. “Attenzione – prosegue Cavola – la Lagardere non è un’azienda in crisi che naviga in cattive acque, ma un’azienda sana che si sta espandendo, in primis a Fiumicino. Ecco perché non è pensabile abbandonare questi lavoratori a un destino di privazioni”.
Angelo Perfetti