Sul caso abbattimento alberi lungo la Valle di Vico entra in campo il Ministero dell’Ambiente

16 novembre 2013 | 18:00
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Sul caso abbattimento alberi lungo la Valle di Vico entra in campo il Ministero dell’Ambiente

Chiesti chiarimenti agli enti locali 

Il Faro on line – “Con una nota ufficiale la Direzione della Tutela della Biodiversità del Ministero dell’Ambiente chiede spiegazioni alla Regione Lazio, al Corpo Forestale della Stato e alla riserva naturale del lago di Vico sul taglio di 836 alberi, tra cui cerri e faggi, di notevole dimensione autorizzati dal comune di Caprarola all’interno di zone di protezione ambientale lungo la strada “Valle di Vico” che dal lago di Vico porta a Sanmartino”. Lo annuncia l’accademia Kronos. “Il documento del ministero – spiegano – sottolinea che l’area che ha subito tale disboscamento rientra nei Siti Natura 2000, tutelati da rigorose norme europee, nonché vincolate come SIC, ZPS e parco naturale. Un intervento all’interno di queste zone protette non può essere fatto se non prima aver effettuato la procedura di Valutazione d’Incidenza come previsto dalla Direttiva 92/43 CEE”Habitat e dal DPR 357/97 e successivamente dal DPR 120/2003. Detto ministero ha dato mandato a propri ispettori di controllare se si sono verificate gravi infrazioni sulle norme che regolano la Direttiva Europea “Habitat”.  Accademia Kronos, l’unico ente di protezione natura che si è mosso con decisione contro l’abbattimento delle piante, ha incaricato due esperti, di valenza nazionale sia della protezione civile che dell’ambiente naturale, di effettuare un controllo in situ e di redigere una relazione al fine di valutare eventuali irregolarità che poi serviranno al collegio degli avvocati dell’associazione per procedere alla denuncia per grave danno ambientale nei confronti di chi ha autorizzato tale ecocidio. Da un primo sopralluogo abbiamo notato che sono state tagliate piante di alto pregio ambientale ed economico, vedi faggi, in ottima salute. Sarebbe bastato effettuare delle potature e non l’abbattimento totale. Su questo caso si stanno occupando molti ambientalisti e studiosi non locali, da cui è nata una raccolta nazionale di firme  che condanna il gesto”.