Le piene del fiume Treja, la conta dei danni

10 febbraio 2014 | 02:57
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Le piene del fiume Treja, la conta dei danni

Il costo complessivo risulta superiore a 10 miliardi di euro l’anno

Il Faro on line – Pioggia, pioggia e ancora pioggia. Gli ultimi giorni hanno riversato tantissima acqua sul nostro Paese. Il Lazio è stata tra le regioni più colpite, anche con esondazioni che hanno creato non pochi danni. Le cause? Note e indagate da tempo: in una parola, la cementificazione (che ora qualcuno chiama eufemisticamente “conservazione attiva del territorio”).

Secondo quanto riporta l’annuario dei dati ambientali dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), il costo complessivo dei danni provocati dagli eventi franosi ed alluvionali, rivalutato in base agli indici ISTAT, negli ultimi decenni risulta superiore a 10 miliardi di euro l’anno. Con meno di un quinto dei costi sostenuti per riparare i danni sarebbe possibile mettere in sicurezza il territorio, salvando peraltro molte vite.

Anche nella valle del fiume Treja, che ricalca sostanzialmente il territorio del Parco, ci sono stati diversi danni. Smottamenti, frane, alberi caduti, alcuni sentieri non più praticabili. In qualche caso i rami trasportati dalla corrente hanno ostruito la luce dei ponti ed è stato necessario intervenire immediatamente. Ma le piene del fiume, che per giorni sono state imponenti, non hanno creato problemi o rischi per l’incolumità delle persone. La ragione? Perché semplicemente il fiume ha la possibilità di ampliarsi nelle aree di esondazione, che sono libere; non solo non edificate, ma completamente naturali. Gli alberi rallentano la forza dell’acqua, il terreno vegetale la assorbe, le aree di espansione naturale frenano la corsa della corrente. Tutta la valle si riempie d’acqua, la portata del fiume e dei ruscelli circostanti si alza vistosamente, ma non succede niente di irreparabile.

Osservando le spettacolari, rumorose, spumeggianti cascate d’acqua è proprio il caso di dire che la natura fa il suo corso, e se non trova ostacoli non provoca le catastrofi che si sono verificate altrove.

La tutela ambientale esercitata da un Parco serve anche a questo. A mantenere il più possibile inalterata la naturalità dei luoghi, che quasi sempre significa sicurezza anche dal punto di vista idrogeologico.